Giorni di Storia

date, nomi, avvenimenti che raccontano il '900

ArchivioAvvenimentiDateHistory FilesIn Primo Piano

A Firenze tra storia e futuro dell’Aeronautica Militare

Dalle origini del volo fino alla conquista dello spazio, passando per i record, i primati e le imprese della Regia Aeronautica chiamata a partecipare al secondo conflitto mondiale per poi rinascere come Aeronautica Militare. Poi il periodo della guerra fredda, la  guerra del Golfo e le numerose missioni di pace fuori dai confini nazionali senza dimenticare le operazioni di ricerca e soccorso in favore delle popolazioni colpite da calamità naturali in Italia e all’estero. Una storia tra passato e presente, ma che guarda al futuro, anche attraverso la formazione e l’addestramento degli uomini e delle donne dell’Arma Azzurra, così come degli astronauti che hanno preso parte alle missioni spaziali, da Maurizio Cheli a Roberto Vittori fino a Luca Parmitano. Date, nomi e avvenimenti affrontati durante il Simposio Storico di Firenze in occasione delle celebrazioni per i cento anni dell’Aeronautica Militare.

Un momento del Simposio Storico di Firenze

“Firenze e Palazzo Vecchio, questo bellissimo luogo non poteva essere che il miglior inizio per festeggiare cento anni. Cento anni si festeggiano pensando alla storia e mai come Firenze e la Toscana rappresentano la culla della nostra storia, della nostra arte e del nostro desiderio di osare ” ha esordito il Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, che rivolgendosi a centinaia di ragazzi presenti e collegati in streaming da tutta Italia, ha esortato: “Abbiate il coraggio e il desiderio di osare, come hanno avuto il coraggio di osare molti fiorentini, molti toscani e il Salone dei 500 rappresenta anche il desiderio di osare, di mettersi in gioco”. Una riflessione, quella del generale Goretti, che ha fatto richiamo a Michelangelo e Leonardo Da Vinci: “Proprio Leonardo fu uno dei primi a studiare  il concetto e la meccanica del volo guadagnandosi il merito di aver tentato il volo per primo, sfidando i limiti della gravità e rifiutando l’idea che l’uomo dovesse camminare per terra per dominare l’elemento più leggero e palpabile: l’aria”. Leonardo come Alessandro Guidoni hanno saputo osare. Quest’ultimo, purtroppo, trovò la morte nel corso di un test per sperimentare un nuovo tipo di paracadute. Tutti semi di conoscenza che hanno permesso all’aviazione di evolversi nel tempo, come nel caso del volo dei fratelli Wright che al quarto tentativo compirono a Kitty Hawk un volo duraturo e sostanzialmente controllato, il 17 dicembre 1903. “Solo vent’anni dopo, in un periodo estremamente breve, avviene la nascita di una organizzazione strutturata di uomini, mezzi, risorse che viene denominata Regia Aeronautica voluta dal ministro Balbo – ha sottolineato Goretti -. Fu indubbiamente un articolato processo di trasformazione che scaturiva dall’evidente importanza strategica che aveva assunto l’impiego del mezzo aereo nelle operazioni belliche dimostrandosi nel corso del primo conflitto mondiale un’eclettica e decisiva arma offensiva e difensiva tanto da imporre la riunificazione di tutte le componenti aeree del Regio Esercito e della Regia Marina in una nuova forza armata.  Intuimmo sin da subito le potenzialità del mezzo aereo e per effetto di ciò, siamo ad oggi, una delle prime forze aeree al mondo a festeggiare il conseguimento di questo importante traguardo insieme alla Royal Air Force britannica, la Royal Australian Air Force e la Polish Air Force, a testimonianza di un processo decisionale accurato ed attento” ha spiegato il capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare tracciando alcune pietre miliari della storia della Regia Aeronautica prima e dell’Aeronautica militare dopo: “Le prime trasvolate verso il lontano oriente, quelli in formazione sull’Oceano Atlantico, i tanti primati aerei conseguiti, i drammatici avvenimenti del secondo conflitto mondiale con la conseguente stabilizzazione di pace, la guerra del Golfo, le attività a soccorso della popolazione, la recente emergenza pandemica, e la difesa dei cieli dell’Alleanza nella crisi russo-ucraina che ci ha visto protagonisti sin dal primo giorno. Anzi, direi sin dalla prima notte, con dei nostri velivoli insieme ai tedeschi, in volo per difendere i nostri confini”.

Il Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare

Tutti avvenimenti che fanno parte della storia dell’Aeronautica di ieri e di oggi, “così come fanno parte di essa tutti coloro che non hanno esitato ad affrontare dolore sfide anche mettendo in gioco la propria vita, per sostenere e difendere il nostro tricolore e i nostri cittadini  – ha proseguito il generale Goretti -. Ricordare e studiare la nostra storia, ne evidenza l’importanza e permette di rievocare a tutti la propria provenienza, i valori e le tradizioni dell’Arma Azzurra. Espressione del legame unico che unisce il nostro passato al presente rappresentando così la base per guardare al futuro e per capire meglio il contesto quotidiano e la nostra cultura aviatoria”. Dal 1923 “la nostra forza è di guardare avanti e di osare” ha sottolineato Goretti, “di non fermarci mai. E sono fermamente convinto che questo è il miglior risultato da consegnare ai giovani. I giovani sono il nostro futuro. Proprio alle nuove generazioni mi rivolgo esortandoli ad entrare in contatto con luoghi e persone che trasmettono il passato senza mai dimenticarsi delle radici e delle origini per sviluppare una coscienza identitaria che le agevoli e le formi affinché possano affrontare, consapevolmente e al meglio le difficoltà del presente e le scelte del futuro. Voi che siete la nostra speranza guardate avanti con apertura mentale, coraggio, passione e spirito di squadra. Abbiate fame di cultura e condivisione di esperienza con quanti vi hanno preceduto e con quelli più anziani di voi. Così riuscirete a fronteggiare in modo flessibile i mutamenti variabili e incerti del tempo” ed ha concluso: “La storia è l’elemento chiave che fa crescere un popolo, una nazione o una forza armata. La storia non può essere dimenticata, la storia va studiata perché proprio dalla storia si guarda al presente e si immagina come dobbiamo essere nel futuro”.

“Coraggio, determinazione e passione” sono state le tre parole usate dal sindaco di Firenze, Dario Nardella: “Un storia profonda, solida e straordinaria quello tra Firenze e l’Arma Azzurra” ha sottolineato il primo cittadino fiorentino ricordando il sorvolo delle Frecce Tricolori in occasione del duplice anniversario dell’Aeronautica e della nascita di Franco Zeffirelli che, “come l’aeronautica ha portato in alto i valori del nostro Paese e della nostra città”. Proprio nel capoluogo toscano ha sede l’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche, oggi comandato dal generale Urbano Floreani, che ha dato un grande contributo all’organizzazione del Simposio. “Staccarsi da terra, spiegare le ali, osservare ogni cosa dall’alto, fendere l’aria e provare un senso di libertà impossibile da descrivere, guardare lontano, oltre i limiti che la nostra natura ci impone. Questo è volare” ha sottolineato il sindaco Nardella prendendo a prestito le parole del pilota e scrittore statunitense Richard Bach, autore de Il gabbiano Jonathan Livingston, Biplano e Un dono d’ali  per dire che cos’è il volo.

Un desiderio antico quanto l’uomo, quello di volare e di costruire macchine volanti, a partire dal volo di Leonardo Da Vinci, nel 1506, sperimentato proprio a pochi chilometri da Firenze. Un periodo, quello del Rinascimento, dove il genio si fondeva con l’arte, “dove tutto sembrava possibile” ha aggiunto Nardella.  “Volo compiuto dal Monte Ceceri con Tommaso Masini, detto Zoroastro da Peretola, con una traiettoria che puntava verso Firenze” ha sottolineato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana. “Non è stato, come vuole a volte far passare il senso comune un tentativo fallito. In realtà a San Domenico, sotto Fiesole, c’è quella colonna voluta da Cosimo I de’ Medici, trent’anni dopo, per ricordare quell’evento. Zoroastro da Peretola volò per quasi due chilometri prima di atterrare con conseguenze anche per il suo corpo – ha spiegato Giani -. Da allora inizia una storia, prima di aspirazioni e poi di realizzazioni fino alla nascita dell’Aeroporto di Firenze”. Giani cita Giovanni Luder, primo fiorentino del Granducato di Toscana che si innalzò in volo nel luglio del 1795 riuscendo a volare con un pallone aerostatico da piazza del Carmine fino a piana di Ripoli.  Basta infatti rileggere la toponomastica della città fiorentina per capire lo stretto legame tra la città e l’Aeronautica Militare: via dei pionieri dell’Aeronautica, via Luigi Gori, via Francesco Baracca e poi alle Cascine fino alla Scuola di Guerra Aerea, inaugurata il 28 marzo 1938, oggi  Scuola Militare Aeronautica Giulio Douhet.

Un viaggio, quello dell’uomo verso il volo caratterizzato da “un percorso che ha origine in una fase storica in cui staccare i piedi da terra per l’uomo sembrava impossibile, qualcosa che mai sarebbe stato realizzabile, eppure, a un certo punto, qualcosa è cambiato” ha rimarcato Alessandro Barbero, professore ordinario presso l’Università del Piemonte Orientale, avviando il primo panel di discussione dell’evento, di cui è stato il moderatore. “In questa fase primordiale dell’aviazione, numerosi furono i tentativi di volo messi a punto dall’uomo” ha proseguito Alberto Angela, naturalista paleontologo ed uno dei più noti divulgatori scientifici del nostro Paese, “ma si è arrivati al risultato solo quando tre elementi fondamentali si sono allineati: ingegno, materiali e coraggio.”
Impossibile, nel ripercorrere lo sviluppo del volo, non soffermarsi su “una delle figure più complesse della storia dell’umanità, un connubio perfetto tra arte e scienza, come fu quella di Leonardo” ha proseguito Roberta Barsanti, direttrice del Museo e della Biblioteca Leonardiani di Vinci “i suoi studi dei sistemi solari e del volo degli uccelli, la costruzione di diverse macchine volanti, l’ideazione del deltaplano, non hanno soltanto affascinato, hanno lasciato un contributo fondamentale agli studi sul volo dei secoli a seguire”

Ad affascinare la platea e a coinvolgerla nel primo volo dei fratelli Wright il 1° M.llo Michele Palumbo, del Reparto Sperimentale di Volo di Pratica di Mare, con un’analisi tecnica del “più pesante dell’aria”, il primo velivolo motorizzato costruito e fatto alzare in volo, nel 1903: “Quel primo aeroplano, denominato Flyer, compì un balzo in avanti di 37 metri della durata di 12 secondi appena, un balzo in avanti che cambiò per sempre la storia dell’uomo.”

Il secondo panel di discussione del Simposio, moderato da Flavia Giacobbe, direttrice delle riviste “Formiche” e “Air Press”, ha voluto raccontare i gloriosi primati conseguiti dagli italiani nel primo dopoguerra, illustrando gli aspetti del profilo del volo e di quello logistico, inclusivo del supporto dei mezzi navali.
“Oggi tendiamo a considerare il 1923 come un anno d’inizio, l’anno di fondazione dell’Aeronautica Militare – ha esordito Gregory Alegi, giornalista e docente di storia militare – ma al tempo era considerato il momento conclusivo di un lungo dibattito iniziato già nel corso della Prima Guerra Mondiale, in cui si cominciò a comprendere che l’aviazione meritava una sua maggiore autonomia e indipendenza come Forza Armata”.

Non a caso, “se è vero che i fratelli Wright hanno inventato l’aeroplano, la Grande Guerra ha inventato l’aviazione” ha continuato il Generale di Squadra Aerea (r) Alberto Rosso, già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, raccontando lo sforzo compiuto dalla Forza Armata nel riuscire ad acquisire la propria autonomia e le difficoltà incontrate dalla Regia Aeronautica nei suoi primi anni di vita. “Ma questi sono anche gli anni delle grandi imprese – ha concluso il Generale Rosso – l’Italia ne è protagonista e raggiunge risultati incredibili”.

A due generali ingegneri che per primi in Aeronautica hanno esplorato soluzioni pionieristiche ed innovative, è stato moderato da Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa ed esperto di analisi storico – strategiche. “Alessandro Guidoni è stata una figura straordinaria che ha tracciato un solco indelebile nella storia dell’Aeronautica” ha affermato in apertura il Generale Giuseppe Lupoli, Capo del Corpo del Genio Aeronautico e Direttore della Direzione degli Armamenti Aeronautici e per l’Aeronavigabilita’ del Ministero della Difesa. “Uno scienziato, un esperto di ingegneria aeronautica, pilota sperimentatore sia di aereo che di idrovolante, Guidoni era un uomo che già al tempo coglieva elementi che oggi, dopo 100 anni, ancora consideriamo di fondamentale importanza.”
Giovanni Caprara, giornalista del Corriere della Sera, ha invece tracciato un ritratto di Luigi Broglio, professore e Generale, responsabile sessanta anni fa del primo lancio di un satellite del nostro Paese. “Persone come Broglio – ha sottolineato Caprara – avevano il coraggio di affrontare imprese che sembravano impossibili ed erano animati da una passione sconfinata per ciò che facevano.”

“La Guerra del Golfo ha rappresentato un momento epocale della storia moderna, uno spartiacque, come lo sarà poi l’11 settembre. Il mondo prima del 1990, quando l’Iraq di Saddam Hussein invase il Kuwait, era un mondo che usciva da un conflitto, da quella Guerra Fredda da molti considerata la fine della storia. Quel mondo non poteva immaginare a cosa in realtà stesse andando incontro” ha detto Toni Capuozzo, storico inviato di guerra e vicedirettore del TG5 Mediaset aprendo il quarto panel dedicato appunto alla partecipazione dell’Aeronautica Militare alla Guerra del Golfo. Al centro dell’intervento, le testimonianze del Generale Mario Arpino, già Capo di Stato Maggiore della Difesa e dell’Aeronautica Militare, ed al tempo a capo del contingente AM impegnato nelle operazioni, e del Generale Gianmarco Bellini, che come noto era il pilota del Tornado che nella notte tra il 17 e il 18 gennaio del 1991 fu abbattuto dalla contraerea irachena.
Nell’analizzare le difficoltà di uno scenario operativo complesso come questo, con tutte le sfide imposte da un teatro operativo lontano sia culturalmente che geograficamente dall’Italia, l’Ing. Enzo Benigni, presidente di Elettronica, ha sottolineato come “la guerra del golfo sia stata l’inizio del cambiamento e del riscatto della Difesa italiana ed europea. Di nuovo, nella conduzione di un conflitto, il potere aereo aveva dimostrato il suo ruolo chiave: quella nuova presa di coscienza, avrebbe portato, negli anni a seguire, allo sviluppo di una linea di velivoli di 4^generazione, come fu l’Eurofighter.”

Il quinto panel, moderato dalla giornalista Maria Latella, si è focalizzato sull’evoluzione e l’importanza di un patto politico e militare, quello dell’Alleanza Atlantica, che a più di 70 anni di distanza dalla sua nascita appare quanto mai fondamentale per la sicurezza e la stabilità globale.
Il Generale Giuseppe Mega, Comandante della Brigata Controllo Aerospazio del Comando Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico, e il Tenente Colonnello. Michele Nasto, del 4° Reparto dello Stato Maggiore Aeronautica, hanno offerto spunti di riflessione importanti sulle sfide emergenti interne ed esterne alla NATO, alla luce del mutato quadro strategico globale.
A chiusura dell’intervento, il Generale di Squadra Aerea (r) Leonardo Tricarico, già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare e Consigliere Militare della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nell’illustrare la rilevanza attuale e futura dell’Italia nello scacchiere internazionale, ha evidenziato come “l’Aeronautica Militare, oggi, dispone di un sistema di Difesa Aerea straordinario, in cui è in atto un processo di miglioramento continuo che porterà presto l’Italia ad essere sempre più leader, sempre più integrata in questa ‘squadra allargata’ quale può essere considerata la NATO”.

Il sesto e ultimo panel, moderato dal giornalista Vittorio Argento, è stato dedicato al volo oltre l’atmosfera, quella dimensione aerospaziale che, come recita pure il motto dell’Aeronautica “Virtute Siderum Tenus”, rappresenta sin dalle origini la naturale vocazione della Forza Armata.
L’Ing. Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha introdotto la discussione rimarcando lo storico e fruttuoso rapporto di collaborazione tra ASI e Aeronautica Militare, in grado di imprimere una spinta concreta a tutto il settore Spazio in ambito nazionale, soprattutto nei campi della ricerca e dell’innovazione.
Due testimonianze importanti in questo ambito: quella del Comandante Maurizio Cheli, primo ufficiale pilota collaudatore presso il Reparto Sperimentale Volo dell’Aeronautica Militare e poi astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea, per la quale parteciperà nel 1996 alla missione STS -75 del programma Space Shuttle, primo italiano a ricoprire il ruolo di Mission Specialist sullo Shuttle Columbia.
A seguire, l’intervento del Generale di Brigata Aerea Roberto Vittori, anch’egli pilota collaudatore dell’RSV all’inzio della sua carriera e poi selezionato astronauta nel 1998 dall’Agenzia Spaziale Italiana. Nel corso della sua carriera, il generale Vittori ha partecipato a tre missioni spaziali: nel 2002 ha preso parte alla missione Marco Polo presso la Stazione Spaziale Internazionale; nel 2005 ha partecipato ad un secondo volo taxi, la missione Eneide, pilotando una navetta Sojuz TMA5, divenendo il primo astronauta europeo a conseguire la qualifica di comandante Sojuz; nel 2011, infine, e’ decollato con la missione Shuttle STS-134 nel ruolo di Mission Specialist.
I due relatori d’eccezione, con le loro testimonianze, hanno voluto descrivere le molteplici emozioni, dalla paura alla scoperta, provate nel volare oltre l’atmosfera.

” Abbiamo cercato di condensare, in una giornata, un percorso durato cento anni dove la base fondante si chiama passione, voglia di osare, ricerca e curiosità” ha ribadito il Generale Goretti a chiusura dell’evento. “Lo spazio è il nostro futuro, è il vostro futuro” ha proseguito il Capo di Stato Maggiore rivolgendosi ai numerosi giovani presenti, “abbiamo l’ obbligo di trasferire a voi il massimo della nostra conoscenza, delle nostre opportunità e della nostra gratitudine per tutti coloro che in questi cento anni hanno consentito di rendere grande l’ Aeronautica Militare ed il Dicastero della Difesa attraverso un lavoro di squadra con Industria, Università e Ricerca”.

Il Gen. Isp. Capo Basilio Di Martino

Una giornata tra storia e futuro per celebrare una data memorabile come il 28 marzo 1923 che “rappresenta il momento in cui si concretizza quella competenza ambientale nata nei cieli della Grande Guerra e alimentata dalla consapevolezza che l’esercizio del potere aereo richiede e impone un particolare approccio comportamentale e concettuale, ma è stato solo un punto di partenza – ha spiegato il Generale Ispettore Capo Basilio Di Martino, tra i più importanti storici dell’aviazione in Italia e in Europa -. Nei successivi cento anni l’Arma Azzurra ha dovuto più volte riaffermare le ragioni che ne avevano determinato la nascita e al tempo stesso rinnovarsi continuamente, seguendo l’evoluzione tecnologica del mezzo aereo. Sono quindi molti i momenti significativi della sua storia, tra i quali un significato particolare hanno certamente i conflitti, l’esame più duro e impegnativo affrontato sempre nella piena consapevolezza del dovere da compiere, come imposto dal giuramento e dalle stellette, ma se si vogliono identificare dei momenti che ne hanno consolidato l’identità e di volta in volta rilanciato l’azione in prospettiva futura ritengo che l’elenco debba certamente aprirsi con la stagione delle crociere e dei primati all’inizio degli anni Trenta e proseguire con il riarmo dei primi anni Cinquanta e con l’entrata in servizio di quei sistemi d’arma che hanno davvero segnato un cambio di passo, come l’F-104, il Tornado, l’F-2000, per finire con l’F-35 che, nel modificare il paradigma interpretativo del potere aereo, oggi aerospaziale, in termini di dominio dell’informazione, ha accentuato la proiezione verso l’innovazione e il futuro da sempre propria dell’Aeronautica Militare”.

Il Generale Di Martino, proprio in occasione del Centenario dell’Aeronautica Militare, ha pubblicato un volume di storia molto apprezzato da appassionati ed esperti di aviazione: “La Regia Aeronautica nel Dodecaneso”. E’ uno dei pochissimi volumi di storia militare, edito da Rivista Aeronautica, che unisce la ricerca documentale e d’archivio alla divulgazione ricca di dettagli e particolari. Un lavoro editoriale che solo uno storico di rango come Di Martino avrebbe potuto fare. L’autore mette sotto la lente di ingrandimento luoghi, fatti, personaggi e situazioni per offrire lo spaccato di uno scenario in cui lo sviluppare di un’azione di pianificazione, programmazione e controllo del Mare Egeo era d’obbligo. Erano gli anni del crescente sviluppo del mezzo aereo. Un fattore che avrebbe potuto permettere di agire offensivamente contro i terminali petroliferi delle coste siriane e palestinesi, il porto di Alessandria d’Egitto e soprattutto il Canale di Suez. Un quadrante in cui si dipanarono le vicende della Regia Aeronautica da leggersi nel più ampio contesto strategico e operativo italiano.

 

Vincenzo Grienti

Dello stesso autore

Leggi anche “Quando Wright volò a Centocelle con Mario Calderara”

Leggi anche “L’aviazione italiana e la Grande Guerra. Intervista al Generale Di Martino”

Leggi anche “Aeronautica Militare: una squadra che vola da 100 anni”

Leggi anche “70 anni di Medicina Aeronautica e Spaziale”

Leggi anche “24 maggio 1977: nasce il Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle”