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6 giugno 1944: lo sbarco in Normandia

Il 6 giugno 1944 lo sbarco in Normandia, meglio conosciuto come D-Day. La più grande operazione aeronavale della storia che permise agli Alleati, assieme allo sbarco in Sicilia del luglio 1943, di fermare il nazi-fascismo. L’operazione, il cui nome in codice fu Overlord portò cinque divisioni d’assalto navale sulle coste della Normandia, in Francia. Alle spiagge furono dati i nomi in codice Utah, Omaha, Gold, Juno e Sword. La componente aeronavale era composta da 7mila navi e mezzi da sbarco con oltre 195mila uomini e donne provenienti da otto paesi alleati. Circa 133mila soldati erano americani, britannici, canadesi e di altri Paesi del Commonwealth. L’operazione che venne condotta nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1944 costò la vita a quasi 10.300 militari. Entro il 30 giugno, oltre 850.000 uomini, 148.000 veicoli e 570.000 tonnellate di rifornimenti erano sbarcati sulle coste della Normandia. I combattimenti dei coraggiosi soldati, marinai e aviatori delle forze alleate sul fronte occidentale e delle forze russe sul fronte orientale portarono alla sconfitta delle forze naziste tedesche. Il 7 maggio 1945 il generale tedesco Alfred Jodl firmò la resa incondizionata a Reims, in Francia.

Il generale Dwight D. Eisenhower era determinato e incitò le truppe in un messaggio rimasto davvero storico e diramato la mattina dell’invasione:

«Soldati, marinai e aviatori delle forze di sbarco alleate. In questo momento voi vi impegnate nella grande crociata, alla quale ci siamo preparati per tanti mesi. Gli occhi del mondo intero sono appuntati su di voi; vi accompagnano le speranze e le preghiere degli uomini amanti della libertà in tutto il mondo. Insieme con i nostri valorosi alleati e fratelli d’arme combattenti su tutti i fronti, voi schiaccerete la macchina da guerra tedesca, libererete dalla tirannide nazista i popoli oppressi dell’Europa, dando vita a uno stato di sicurezza per tutti noi in un mondo libero. Il vostro compito non sarà certo facile. Il nemico che vi troverete di fronte è bene addestrato, bene armato ed ha una vasta esperienza di guerra. Questo nemico combatterà fanaticamente. Ma noi ci troviamo nel 1944! Molte cose sono cambiate dall’epoca delle vittorie naziste nel 1940-1941. Le Nazioni Unite hanno inflitto pesanti sconfitte ai tedeschi, anche nei combattimenti corpo a corpo. La nostra offensiva aerea ha grandemente minato le forze nemiche in cielo e in terra. Le industrie dei nostri paesi ci hanno permesso di avere una straordinaria superiorità di armi e di materiale bellico, senza contare che abbiamo a disposizione enormi riserve di combattenti bene addestrati. Il corso delle cose è mutato. I soldati del mondo libero marciano insieme verso la vittoria. Io ho piena fiducia nel vostro coraggio, nel vostro senso del dovere e nel vostro spirito combattivo. Solo una piena vittoria è degna di noi. Buona fortuna a tutti, e che la benedizione dell’Onnipotente scenda su di noi in questa grande e nobile impresa».

 

Gli Alleati trascorsero anni ad analizzare i cambiamenti delle maree, i terreni pericolosi e le fortificazioni tedesche lungo il Vallo Atlantico per capire il momento e il luogo migliori per sbarcare. La strategia dell’inganno fu un elemento determinante che misero in atto gli Alleati per far credere ai tedeschi che lo sbarco sarebbe avvenuto al Passo di Calais piuttosto che nella penisola del Cotentin. Lo staff del generale Eisenhower creò un mitico 1° gruppo dell’Esercito americano. Al generale George S. Patton, molto temuto dai tedeschi, fu assegnato il comando delle truppe fantasma. Inoltre si fece in modo che gli agenti segreti nemici ricevessero informazioni sullo stato delle forze di Patton e questo destabilizzò molto i comandi nazisti. Infatti, vennero intercettate numerose informazioni via radio tanto che gli analisti dell’intelligence tedesca trasmisero agli alti comandi la notizia che un’importante organizzazione militare si stava muovendo per sbarcare a Calais.

I Royal Marine Commandos assegnati alla 3a Divisione di Fanteria a Sword Beach

Il 1° Gruppo dell’Esercito americano, tuttavia, non deve essere confuso con le truppe speciali del 23° quartier generale, note anche come Esercito Fantasma. Quest’ultima, infatti, venne impiegata nel periodo immediatamente successivo all’invasione della Normandia e venne insignita della Medaglia d’Oro del Congresso.

A sostegno del D-Day scese in campo la Resistenza francese non solo attraverso la raccolta di informazioni importanti da fornire agli Alleati, ma anche attraverso la distruzione delle capacità logistiche, di trasmissione e comunicazione tedesche come ad esempio ferrovie e linee telefoniche. Gli Alleati capirono che l’azione militare coordinata su larga scala da parte della Resistenza probabilmente non sarebbe stata possibile prima del D-Day, ma il dirigente delle operazioni speciali britannico e la divisione per le operazioni speciali dell’Ufficio americano dei servizi strategici lavorarono a stretto contatto con la Resistenza.

La mappa dello sbarco

Naturalmente la componente aviotrasportata fu di fondamentale rilevanza per dare appoggio allo sbarco sulle spiagge dell’Utah nella penisola del Cotentin. L’82ma e la 101ma Divisione Aviotrasportata degli Stati Uniti operarono con i paracadutisti e gli alianti già dalle prime ore del D-Day. Non mancarono le perdite soprattutto tra i paracadutisti. Molti furono feriti e uccisi durante l’attacco mentre gran parte del loro equipaggiamento andò perduto. Non mancarono, però, atti di eroismo e di coraggio per assicurare ai compagni il raggiungimento dell’obiettivo sulle spiagge.

Le spiagge della Normandia furono scelte dai pianificatori perché si trovavano nel raggio di copertura aerea ed erano difese meno pesantemente rispetto all’ovvio obiettivo del Pas de Calais, la distanza più breve tra la Gran Bretagna e il continente. I lanci aerei su entrambe le estremità delle teste di ponte dovevano proteggere i fianchi, oltre ad aprire le strade verso l’interno. Sei divisioni dovevano sbarcare il primo giorno; tre statunitensi, due britannici e uno canadese. Altre due divisioni britanniche e una statunitense avrebbero dovuto proseguire dopo che la divisione d’assalto si era aperta la strada attraverso le difese della spiaggia. Disorganizzazione, confusione, attuazione incompleta o difettosa dei piani caratterizzarono le fasi iniziali degli sbarchi. Ciò era particolarmente vero per gli sbarchi aerei che erano gravemente dispersi, così come per le unità della prima ondata che atterravano sulle spiagge d’assalto.

Vincenzo Grienti

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