I Re Magi tra storia e leggenda
Colonia (Germania). Nella grande cattedrale gotica di Colonia, edificata a partire dal 1248, per tradizione si venerano le reliquie dei tre Re Magi, custodite sopra l’altare. Nel periodo di Natale la città tedesca pullula di turisti anche per via dei famosi mercatini dove è possibile trovare ogni cosa per arricchire e addobbare le abitazioni e le tavole. Il fascino dei Re Magi, però, tra storia e legenda resta per grandi e piccini e tra credenti e non credenti. I Magi hanno rappresentato per molti un simbolo suggestivo della ricerca appassionata della verità, dell’eterno pellegrinare dell’uomo, della contemplazione adorante, della coraggiosa testimonianza di fronte al potere, della mutua relazione tra scienza e fede. Morirono in Oriente ma il vescovo milanese Eustorgio, ottenne la possibilita’ di traslare le spoglie dei tre saggi a Milano. Secondo la tradizione le salme sono state trasportate all’interno di un grosso sarcofago ancora oggi presente nella Cappella dei Magi nella Basilica milanese di Sant’Eustorgio dove, infatti, qui e’ particolarmente vivo il culto dei Re Magi. Le reliquie, pero’, passarono nel 1164 nella cattedrale di Colonia. Il reliquiario fu poi danneggiato nel corso della seconda guerra mondiale e restaurato nel 1973, anno in cui l’arcivescovo di Colonia decise di restituire un frammento dei Magi alla chiesa di Sant’Eustorgio di Milano. “Nonostante la fragilità del dato canonico (Mt 2,1-12), i tre saggi provenienti da un Oriente indeterminato acquistano, nell’orizzonte popolare della cristianità, una molteplicità di significati tale da incontrare, nella storia degli ultimi due millenni, l’arte, la letteratura, l’araldica, la politica la religiosità, la gastronomia, il folklore, la liturgia, il cinema, innescando così il meccanismo della scatola cinese – spiega Fratel Matteo Mennini, fratello delle Scuole Cristiane e curatore del volume Il viaggio dei Magi, edito da Vallecchi nel 2005, anno della Giornata mondiale della gioventù dedicata proprio alla figura dei Magi e svoltasi a Colonia -. Dalla teologia imperiale di Federico Barbarossa alla feste medicee per l’Epifania, dalle devozioni dei pellegrini alle sacre rappresentazioni, dalle adorazioni nate dal genio dei grandi artisti alle tradizioni popolari ancora presenti in Europa, i Magi e gli elementi restanti della vicenda, tutt’altro che secondari, quali la stella, il corteo, gli abiti, la regalità, i doni, la provenienza geografica, concorrono alla figurazione dell’interrogativo più profondo dell’uomo di ogni tempo: la scoperta del Trascendente quale compiutezza del senso dell’esistere”.
Sulla scena evangelica questi personaggi entrano in modo misterioso. La loro provenienza è incerta. Si dice solo vagamente che “giunsero da Oriente”, ma da quale regione? Qual è la loro patria e la loro religione? Certamente erano personaggi importanti, uomini di cultura e di ricerca. Essi pongono infatti una domanda: “Dov’è il re dei Giudei che è nato. Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo”. Si sono mossi dai loro Paesi, solo per aver visto una stella. Essi hanno interpretato un segno che, anche nella Bibbia, indica, quasi sempre, la luce tra le tenebre. Una luce che anche i profeti di Israele avevano visto sorgere da Oriente, luce che indicava la venuta dell’atteso Messia. Fuori di questo contesto biblico, ora anche i magi vedono un segno misterioso che li induce a mettersi in cammino. E trovano il Salvatore, seguendo quella stella, sino a Betlemme.