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Felice Napoleone Canevaro. Storia di un grande ammiraglio di fede garibaldina

L’Amm. Canevaro

Aveva da pochi mesi compiuto i 13 anni, Felix Napoleon Canevaro Valega, quando nel dicembre del 1851, nel festeggiare con la famiglia il Santo Natale in quel di Lima, sua città natale, conobbe Don Giuseppe Garibaldi, allora Capitano Marittimo e pilota del clipper “Carmen”, di proprietà si suo zio, l’Armatore Don Pedro Denegri, il quale molti anni prima aveva sposato la sorella di sua madre Francesca, Donna Carmen Valega. Felix Canevaro, che in seguito entrerà a far parte della Regia Marina del Regno di Sardegna, scalando le varie tappe di una fulgida carriera, avrebbe un giorno combattuto al fianco dello stesso Garibaldi, desideroso anche lui di veder finalmente riunita quella Penisola italiana, dalla quale anche la sua famiglia aveva emigrato alla volta dell’ospitale Perù, come abbiamo già ricordato su questo stesso portale, ricordando la bellissima storia di Don José Canevaro e di suo figlio César[1]. Con queste brevi note vogliamo ricordare la sua grande figura, evidenziando nel contempo il grande legame che lo avrebbe unito per tutta la vita al Perù, ove era rimasta a vivere la sua grande famiglia e dove tornò più volte, salutato sempre con affetto anche dalla Comunità italiana vivente tra Lima e il Callao.

Felice Napoleone Canevaro, il figlio del Console del Regno di Sardegna in Perù (1838 – 1926)

Il protagonista di questa biografia nacque a Lima l’8 di luglio dell’anno 1838, ennesimo figlio di Don Josè Canevaro, ricco Capitano Marittimo e imprenditore, emigrato molti anni prima da Zoagli (Genova), e di Francesca Valega, una delle figlie del facoltoso imprenditore, anche lui di origini liguri, Don Félix Valega, giunto in Perù nel 1806. Nel 1847, ad un anno dalla nomina di suo padre a Console dei Regi Stati Sardi in Perù (in seguito riceverà anche il titolo di Duca di Zoagli e Castelvari), il fanciullo fu mandato in Europa, onde iniziare la sua educazione intellettuale. Visse dapprima a Cagliari, per poi trasferirsi a  Ginevra, ove rimase sino al 1852, anno in cui fu ammesso presso la gloriosa Scuola di Marina, a Genova[2]. Dall’Accademia Navale della Marina Sarda, Felix Canevaro ne uscì, nel 1857, con il grado di Guardiamarina di 1^ classe, assegnato presso l’Ammiragliato, sempre a Genova. Nel 1859, con il grado di Sottotenente di vascello, prese, invece, parte sul “Beroldo” e sul “Des Geneys” alle manovre della Marina Sarda in Adriatico, durante la Seconda guerra d’indipendenza. Allorquando, nel maggio del 1860, dallo scoglio di Quarto (Genova), Giuseppe Garibaldi salpò alla volta di Marsala, Felix Canevaro, allora Tenente di vascello, decise di seguire l’Eroe dei due Mondi in Sicilia.

La fregata “Carlo Alberto”

Giunto successivamente a Palermo a bordo della fregata “Maria Adelaide”, nave ammiraglia della Squadra Navale Sarda, mentre i Garibaldini cercavano di organizzare una loro Marina, Felix Canevaro diede le dimissioni dalla Marina Sarda per arruolarsi proprio in quella Garibaldina. Di lì a poco, a bordo della pirofregata “Tükory”, la notte del 13 agosto 1860, si sarebbe distinto nel tentativo di abbordare il pirovascello borbonico “Monarca”, ancorato nel porto di Castellammare di Stabia, guadagnandosi una bella medaglia d’argento al Valor Militare[3]. In seguito allo scioglimento dell’Esercito Meridionale, nel novembre del 1860, Felix Canevaro riprese il suo posto nell’Armata di Mare. Imbarcato, dal dicembre 1860 al marzo 1861, sulla fregata “Carlo Alberto”, prese, quindi, parte all’assedio di Gaeta e di Messina in ripetute azioni di fuoco a distanza ravvicinata dalla costa. Promosso Luogotenente di vascello, nel corso del 1863, due anni dopo compì, a bordo della fregata “Principe Umberto”, al comando del Capitano di vascello Guglielmo Acton, una lunga campagna transatlantica, lungo le coste dell’America Meridionale, attraverso lo stretto di Magellano e le coste Cilene del Pacifico. Al rientro in Italia, Felix Canevaro fu assegnato alla fregata corazzata “Re di Portogallo”, comandata dall’allora Capitano di vascello Augusto Riboty. Ma l’epopea Risorgimentale – come si sa – non aveva avuto termine con la proclamazione del Regno d’Italia, nel marzo del 1861.

La fregata Maria Adelaide

Cinque anni dopo, infatti, proprio nel corso del 1866, scoppiò la 3^ Guerra per l’Indipendenza, per la liberazione di Venezia e del Veneto dal giogo Austriaco. In quella circostanza, Felix Canevaro è ancora imbarcato, quale Capo di Stato Maggiore dell’Ammiraglio Riboty, a bordo della nave “Re di Portogallo”, battendosi con onore contro l’ammiraglia Austriaca, il “Kaiser”, la quale fu messa fuori combattimento nelle acque dell’Adriatico. Tra i superstiti di quella giornata, Felix Canevaro riceverà una seconda medaglia d’argento al Valor Militare. Seguirono, poi, giorni tristi per la nostra Marina da guerra: giorni di sconforto e di raccoglimento. Vi era, infatti, bisogno di uomini di buona volontà: <<…animati da fede salda, pertinaci nel ravvivare nei cuori affievoliti le speranze in un non lontano risorgere, e sopratutto nelle forze del Paese, e a questo apostolato patriottico diede il Canevaro tutta la energia dell’intelletto e del cuore. I preparatori della nuova Armata ritrovarono in lui un elemento prezioso di aiuto, sia nella cooperazione diplomatica, come quando tenne mirevolmente il posto di addetto navale nell’ambasciata italiana presso la nazione più forte e più orgogliosa nei mari[4]; sia che ne andasse portando, con fierezza antica in tempi nuovi per noi, la bandiera della Patria in lidi lontani, come quando tenne la condotta del “Colombo” nel giro del mondo dal 1877 al 79[5]. E allorché la nostra giovane nazione meravigliò la vecchia Europa per i nuovissimi colossi di guerra, che spinse superbi e sicuri sui mari, e mise a capo della potentissima armata la bella e poderosa nave battezzata col nome della Patria, fu Napoleone Canevaro chiamato a comandare l’”Italia”, e fu a lui affidato di mostrare ai diffidenti che le vie aperte negli oceani al genio italiano sui “Duilio” e sui “Dandolo” eran solcate vittoriosamente anche dal nuovo potentissimo arnese di guerra>>[6]. Davvero fulgida fu, dunque, la sua carriera della Regia Marina da Guerra. Contrammiraglio nel 1887, cinque anni dopo il Canevaro è Vice Ammiraglio, posto al Comando della Squadra del Mediterraneo. In tale veste gli fu affidata una missione delicatissima, quella di presiedere il Consiglio internazionale a Creta, dopo la guerra tra Grecia e Turchia. L’Ammiraglio Canevaro seppe compiere il difficile incarico in maniera egregia, tanto è vero che il Re d’Italia ebbe a testimoniargli la sua alta soddisfazione, conferendogli la Commenda dell’Ordine militare di Savoia[7], e, poco dopo, chiamandolo alla suprema direzione del Governo della stessa Regia Marina, quale successore del grande Benedetto Brin, e più tardi persino a capo del Ministero degli Affari Esteri. Nella sua adorata Forza Armata egli fu, quindi, e fra i numerosissimi incarichi, anche Comandante della 2^ Divisione della Squadra permanente (1888-1889), membro del Consiglio Superiore di Marina (1893-1894), Giudice effettivo del Tribunale Supremo di Guerra e Marina (1896), Comandante in capo del 3° Dipartimento Marittimo (1900-1903) presidente del Consiglio Superiore di Marina, nel 1903.

Palazzo Marina e il caratteristico ingresso delle due ancore – Foto Marina Militare

Come fu scritto di lui nel lontano 1906: <<Non nuovo alla tribuna parlamentare, nella quale aveva come Deputato e Senatore[8] dato prova delle sue versatili facoltà intellettuali, non tardò a guadagnarsi le simpatie di tutti, improntando la sua azione politica d’una fermezza leale e franca, forse troppo nuova nelle involute tradizioni della politica. Le vicende parlamentari vollero che l’opera del Canevaro alla somma del Ministero degli Esteri[9] non avesse la durata, che sarebbe stata nel desiderio dei più; ma se uscì dal far parte del Governo, non poté venirgli meno la considerazione di questo, e quando, per l’efferato assassinio di Monza, mancò all’Italia Umberto il Buono, Napoleone Canevaro era prescelto quale Ambasciatore straordinario alle Corti di Londra,  di Bruxelles e dell’Aia, per annunziare l’avvento al trono di Vittorio Emanuele III>>[10]. Nel 1911, mentre copriva la più alta carica nell’Armata italiana, quale Presidente del Consiglio Superiore di Marina, la legge sui limiti di età colpì anche lui, ragion per cui Felix Napoleon Canevaro dovette transitare nella posizione dell’Ausiliaria. L’Ammiraglio Canevaro fu, tra gli Ufficiali e gli alti Dignitari del Regno tra i più decorati. Oltre a quelle già menzionate, per non citare anche le varie Medaglie Commemorative che ricevette già alla fine della Campagna dei Mille, egli era stato insignito della Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, della Medaglia d’argento dei Benemeriti della Salute Pubblica, nonché della Gran Croce della Legion d’Onore francese, della Corona di Prussia, dell’Ordine di Leopoldo (Belgio), dell’Ordine del Salvatore (Grecia), del Leone Neerlandese (Olanda), di Danilo I (Montenegro), di Medijidié (Turchia), del Collare Torre y Espada (Portogallo), ma anche Grande Ufficiale di Nostra Signora de la Concepcion, della Stella di Romania e Commendatore di Isabella II (Spagna). L’Ammiraglio Felix Napoleon Canevaro si spense a Venezia il 30 dicembre del 1926, portando nel cuore la sua amata Regia Marina, la gloriosa Armata di Mare alla quale Egli dedicò con amore di figlio tutte le forze di una vita, alimentata dal solo sentimento del dovere. Mentre in Patria lo avrebbero pianto la moglie, Ersilia Cozzi e il figlio, Giuseppe Francesco, a migliaia di chilometri di distanza lo avrebbero ricordato i suoi numerosi nipoti, ma anche la stessa città di Lima, che lo aveva visto nascere e che aveva sempre seguito le gesta del vecchio e glorioso soldato d’Italia, memore dei legami fraterni che univano – e uniscono ancora – l’ospitale Perù alla feconda e industre Colonia Italiana.

Col. (a) GdF Gerardo Severino
Storico Militare

[1] Vgs. Gerardo Severino, Giuseppe Canevaro: da Capitano marittimo genovese a Console Generale sardo in Perù (1802 – 1883), in www.giornidistoria.net 4 dicembre 2022 e 31 ottobre 1922. Cento anni fa la morte del Generale Canevaro, un uomo di spicco della comunità italiana in Perù”, in www.giornidistoria.net, 1° novembre 2022.

[2] Sulla Scuola di Marina di Genova vgs. Gerardo Severino, La caserma S. Teresa di Genova, da Scuola di Marina a sede dei reparti della Guardia di Finanza, in rivista <<Sulla Cresta dell’Onda>>, 2006.

 

[3] Per tale Campagna di guerra, il Canevaro fu insignito anche della Croce di Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia, per aver fatto parte del blocco ed assedio di Gaeta, nel 1861.

 

[4] Promosso Capitano di fregata nel 1869, dal marzo 1874 all’agosto 1876 Felix Canevaro svolse, infatti, il ruolo di Addetto navale presso la Legazione Italiana a Londra.

[5] Dal gennaio del 1877 al marzo del 1879,  al comando dell’incrociatore “Cristoforo Colombo”, Felix Canevaro compì, infatti, un lungo viaggio di circumnavigazione del globo, recuperando peraltro anche la salma di Nino Bixio, morto di colera nel 1873.

[6] Cfr. Sailor, Felice Napoleone Canevaro, in “Galleria Fotografica” – <<L’Italia al Perù. Rassegna della vita e dell’opera Italiana nel Perù>>, Lima, Litografia e Tipografia Carlo Fabbri, 1905, pp. 2 e 3.

[7] Perché, nella qualità di Comandante in capo della Squadra internazionale nelle acque di Candia. seppe con tatto inarrivabile rendere omogenea e proficua l’azione delle grandi potenze, con grande vantaggio del prestigio e della fama della Marina italiana.

[8] Fu Deputato di Genova per le legislature XV, XVI, XVII e Senatore del Regno nel 1896.

[9] Il Canevaro fu Ministro della Marina, nel 1898 e degli Affari Esteri, nel 1899.

[10] Cfr. Sailor, Felice Napoleone Canevaro, in “Galleria Fotografica” – <<L’Italia al Perù. Rassegna della vita e dell’opera Italiana nel Perù>>, p. 3.