Dal Teatro Régio di Parma al Colòn di Bogotà. La storia del baritono Mentore Rugarli
Il 29 dicembre del 1901, a migliaia di chilometri dalla sua amata terra natia, si spegneva a Bogotà, la bellissima Capitale della Colombia, il Sottotenente di complemento di Fanteria, Mentore Rugarli, colà dimorante per “motivi professionali”, come cercheremo di raccontare attraverso questo modesto saggio, con il quale parleremo di uno dei più affermati baritoni italiani ai quali era affidata la tradizione operistica in Sud America. Abbiamo voluto evidenziare il suo ruolo di ufficiale, in quanto, in Italia, fu solo il <Giornale Militare> che ne annunciò la morte, e, ciò nonostante la celebrità che l’artista prestato alle Armi aveva sin lì goduto, avendo girato in lungo e in largo il Paese e l’Europa, con la Compagnia alla quale apparteneva.
Dall’Emilia a Milano (1862 – 1890)
Il protagonista di questa biografia, Mentore Rugarli, nacque a Fornovo di Taro (Parma) alle ore 10,15 del 24 novembre del 1862, figlio terzogenito di Carlo Rugarli, notaio e Sindaco di Fornovo, di anni 35, e di sua moglie, Zeffira Previdi, di anni 26. La coppia, unitasi in matrimonio il 9 marzo del 1859, aveva già avuto Vittorio, futuro Conte Rugarli, nato il 7 dicembre del 1860 e Maria, mentre, dopo Mentore sarebbero nati Ernesto ed Emma. Mentore ebbe la fortuna di far parte di una nobile famiglia di origini Parmensi, attestata in zona sin dal 1578, anno in cui l’Imperatore Rodolfo II d’Asburgo concesse lo stemma araldico a Polidoro Rugarli, Castellano e feudatario di Compiano e di Val di Ceno, sopra Fornovo. I Rugarli avrebbero avuto elevata importanza sotto i Duchi di Parma, soprattutto in ambito militare, con un Angelo Rugarli, alfiere delle Truppe Ducali nel 1724 ed un Carlo, Sottotenente nelle stesse attorno al 1799. Fu, quindi, la Duchessa Maria Luigia che elevò, con Decreto reale del 24 aprile 1822, Giacomo Rugarli, nonno di Mentore, al titolo di Conte di Fornovo, unitamente ai suoi discendenti maschi, mentre ad altri rami della famiglia spettarono importanti incarichi pubblici .
La famiglia, in verità, aveva dato i natali anche a celebri artisti, soprattutto musicisti, quali Gaspare Rugarli, dai quali evidentemente il nostro Mentore avrebbe mutuato la passione per l’opera e la musica in generale. Come sarebbe accaduto anche agli atri fratelli maschi, Mentore frequentò il ginnasio e il liceo presso il prestigiosissimo Regio Collegio “Maria Luigia” di Parma. Qui lo troviamo ancora nel 1876 – quando Mentore aveva 14 anni d’età – già nella funzione di entusiasta cantante lirico, in occasione dell’uscita dell’opera “Il barbiere e l’avaro”, inscenata durante le feste di Carnevale del 1876 ed organizzate presso lo stesso Collegio . In quella circostanza, il librettista dell’opera sarebbe stato il suo futuro cognato, il Prof. Italo Pizzi, allora insegnante presso il Convito, il quale, il 15 ottobre del 1878, a Fornovo di Taro si sarebbe unito in matrimonio con sua sorella più grande, Maria Rugarli. Attorno al 1883, Mentore Rugarli entrò a far parte del Regio Esercito, ove negli anni a venire avrebbe raggiunto i gradi di Sergente di Fanteria, di stanza nella stessa Parma. Qualche tempo dopo, per effetto del Regio decreto del 29 agosto 1888 fu promosso Sottotenente di complemento, destinato presso il 29° Reggimento Fanteria della “Brigata Pisa”, allora di stanza a Cagliari, ove il giovane sarebbe rimasto qualche tempo agli ordini del Colonnello Enrico Mamoli. Presterà servizio nel Regio Esercito sino al 1891, allorquando fu posto in congedo, stabilendosi a Milano, preso il cui Regio Distretto Militare rimarrà iscritto sino alla morte .
Dai teatri d’Italia e d’Europa al Colón di Bogotà (1892 – 1901)
A parte qualche “comparsata” presso il Teatro Regio di Parma già negli anni della sua formazione liceale, quasi nulla si conosce riguardo all’attività artistica che Mentore Rugarli svolse nel periodo compreso tra il congedo dall’Esercito e l’avvio vero e proprio della professione. Le prime notizie, riguardo all’attività specialistica che avrebbe caratterizzato gli ultimi dieci anni di vita del nostro protagonista, ci portano, invece, all’autunno del 1892. Nell’ottobre di quell’anno troviamo, infatti, Mentore Rugarli in Dalmazia, esattamente a Zara, ove il giorno 9 debuttò, nella parte di Riccardo, presso il Teatro Nuovo Politeama, con l’opera “Mignon”, riscuotendo un notevole successo, come ebbe a ricordare una nota rivista del settore: <> . Nella stessa tournée, la Compagnia italiana avrebbe rappresentato anche altre importanti opere, quali la “Cavalleria Rusticana” e “Puritani”. Nel corso dello stesso anno, Mentore si sarebbe esibito anche in Patria, esattamente a Montichiari (Brescia), presso il cui Teatro Sociale interpretò, da baritono, la parte di Valentino, nell’opera “Faust”, di Gounod, la quale sarebbe stata ripetuta per ben undici serate di seguito, con grande successo, sia di pubblico che di entrate per la Compagnia . Nel gennaio-febbraio del 1893, la Compagnia del Rugarli raggiunse la bellissima Sardegna, ove si sarebbe esibita presso il Teatro Politeama di Sassari. Mentore avrebbe recitato sia nei panni di Lotario, nell’opera “Mignon” , che in quelli di Alfio, nella celebre “Cavalleria Rusticana”, del Mascagni. La Compagnia avrebbe fatto ritorno in Sardegna nel gennaio del 1895, allorquando presso il Teatro Civico di Cagliari fu data la prima di “Mignon”, col Rugarli nella parte di Laerte . L’anno prima, quindi nell’estate del 1894, Mentore Rugarli ci risulta, invece, aver fatto parte della Compagnia di Oreste Poli, con la quale si esibì a Gorizia nella “Manon Lescaut”, di Massenet . Seguì, subito dopo, l’ingaggio da parte dell’“Impresa Teatrale Angeloni”, con la quale si esibì ad Este (Padova), il 29 di settembre, con la prima sempre della “Manon”, nella quale interpretò la parte di Guillot de Morfontaine . Fu, invece, nel corso del 1896 che Mentore decise di trasferirsi in America Latina, esattamente in Colombia. Qui, nel frattempo, nella Capitale federale, Bogotà, il 26 ottobre del 1895, aveva avuto luogo l’inaugurazione artistica del Teatro “Cristobal Colon” , costruito dall’architetto italiano Pietro Cantini. L’evento fu salutato con la prima dell’opera “Ernani” di Giuseppe Verdi, messa in scena dalla “Gran Compañía de Ópera Italiana”, messa in piedi appena l’anno prima dal celebre Maestro Augusto Azzali, che conosceva il nostro Mentore sin dai tempi in cui il Maestro ravennate operava in Parma, e che probabilmente lo aveva “scritturato” per le stagioni successive . E fu proprio al “Colon” che Mentore Rugarli avrebbe recitato, per la prima volta, nel corso dello stesso 1896 (assieme agli artisti Sara Montalcino e Le Padova, con musiche dirette dallo stesso Maestro Azzali), in quello che era il suo principale “cavallo di battaglia”, l’opera “Mignon”, che aveva interpretato, come abbiamo visto, presso vari Teatri d’Italia e d’Europa . Ma la vera e propria consacrazione mediatica del baritono parmigiano, ormai a pieno titolo in organico alla “Gran Compañía de Ópera Italiana”, si sarebbe registrata nel corso del 1897, presso il Teatro Municipale di Bogotà (inaugurato nel 1890), ove domenica 5 settembre fu data la prima del “Rigoletto”, di Giuseppe Verdi. Quattro giorni dopo fu, invece, la volta de “L’Aida”, mentre il 3 di ottobre, a grandissima richiesta, fu nuovamente messa in scena l’opera “Mignon”, preceduta da “Baile de máscaras”, del Verdi, tutte opere dirette personalmente dal Maestro Azzali.
Queste e altri importanti capolavori verranno portati in giro anche presso altri teatri Colombiani. In realtà, fu il “Colon” il tempio più importante presso il quale avrebbe operato, ancora per anni, la celebre “Compañia de Opera Italiana”, applauditissima in tutte le sue esibizioni, come accade, tanto per fare un esempio, il 23 luglio del 1898, sempre con l’opera “Mignon” . In Italia, nel frattempo, il 25 maggio del 1897, l’amico Ernesto Becucci gli avrebbe dedicato la bellissima copertina a colori dell’opera “Dopo lo champagne. Polka brillante per pianoforte>>, con l’indicazione <>. Mentore Rugarli, che sicuramente non era più un “dilettante di musica”, rimase in Colombia sino all’epilogo della sua breve esistenza terrena.
Il bravissimo baritono emiliano si spense, molto probabilmente a causa di un’epidemia tropicale, alle ore 14,30 del 29 dicembre del 1901, appena trentanovenne, nella sua casa, in Calle 7^, n. 34, assistito dai cari amici, Aristide Giglioli ed Egidio Conti, entrambi noti commercianti italiani a Bogotà, il primo titolare di un avviato emporio, il secondo titolare di un importante negozio di musica e strumenti musicali. Salutata dai tanti ammiratori, dagli artisti del “Colon” e del Teatro Municipale, ma anche dalla comunità italiana stanziata in città, con in testa il Regio Ministro d’Italia in Colombia, il facente funzioni George Earle Welby , la salma dello sfortunato artista italiano, che era rimasto celibe più per motivi professionali che per scelte personali, fu sepolta presso il Cimitero Monumentale della Capitale colombiana. Ciò sarebbe accaduto a distanza di pochi mesi dalla scomparsa del fratello maggiore, l’adorato Vittorio, il quale s’era spento nella sua Fornovo di Taro il 24 di aprile 1900, ad appena quarant’anni, ma già al culmine di una straordinaria carriera di Professore di lettere latine e greche, oltre che orientali presso lo stesso Regio Liceo Ginnasio “Maria Luigia”. A differenza di Mentore, Vittorio fu pianto da gran parte dell’intellighenzia, primo fra tutti l’amico personale, Giosuè Carducci, che il Conte Rugarli aveva più volte ospitato in quel di Fornovo. La famiglia comitale dei Rugarli avrebbe cessato d’esistere appena dieci anni dopo, esattamente nell’ottobre del 1912, allorquando si spense l’ultimo discendente maschio, il Conte Gabriele, quasi ottantenne. Con lui si spense anche il ricordo dello prozio Mentore, che per quanto limitatamente nel tempo, aveva contributo enormemente a far conoscere, anche in Colombia, la straordinaria tradizione lirica d’Italia.
Col. (a) GdF Gerardo Severino
Storico Militare