Giorni di Storia

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Un secolo di storia per il Ruolo Armi dell’Aeronautica Militare

Tecnologia, lavoro di squadra ed etica: tre nodi fondamentali per comprendere il senso e il significato dell’Intelligenza Artificiale in un mondo in rapido cambiamento che chiama ancora una volta l’Aeronautica Militare ad essere in prima linea con il “Ruolo delle Armi” che ha celebrato un secolo di vita al servizio del Paese e della comunità. Un appuntamento importante celebrato a Centocelle, sede dell’Aeroporto militare “Francesco Baracca” e luogo storico per l’aviazione italiana per via dei primi voli effettuati da Mario Calderara insieme a Wilbur Wright nell’aprile 1909, ma anche pista di decollo, il 14 febbraio 1920, dei piloti italiani Arturo Ferrarin e Guido Masiero che compirono il raid Roma-Tokyo. Proprio nel sedime di questo aeroporto è nata la Regia Aeronautica nel 1923, una “squadra che vola” da quel 28 marzo e che è stata sempre al passo con l’evoluzione tecnologica, forte di una tradizione ben radicata in determinati valori che partono dall’attaccamento all’Italia passando alla difesa del Paese fino all’impegno quotidiano al servizio dei cittadini.

Ed è in questo contesto che occorre “restare ancorati all’umanità in un futuro che potrebbe avere derive pericolose qualora l’applicazione della tecnologia non dovesse trovare limiti invalicabili in questi valori” ha sottolineato il Generale del Ruolo delle Armi, Generale di Squadra Sergio Antonio Scalese, ricordando “gli importanti traguardi raggiunti in questo lungo cammino durato cento anni e guardando avanti, al prossimo secolo, determinati a restare ancorati ai nostri valori”.

Generale di Squadra Sergio Antonio Scalese – Foto Aeronautica Militare

Costituito con decreto commissariale il 10 dicembre del 1923, il “Regio Corpo degli Aeroporti”, questa la denominazione iniziale, aveva originariamente il compito di presiedere all’organizzazione e al funzionamento dei servizi a terra connessi alle attività di volo. Negli anni, i compiti “di supporto” assolti dal Corpo, divenuto nel frattempo “Ruolo Servizi”, si sono evoluti e ampliati rispetto a quelli strettamente connessi all’impiego del mezzo aereo, arrivando nel 1998 ad acquisire l’attuale denominazione di “Ruolo delle Armi” attraversando profonde trasformazioni che si sono rese necessarie per essere al passo con le sfide di una Forza Armata, l’Aeronautica Militare, che fa ancora oggi dell’innovazione tecnologica uno dei suoi tratti caratteristici, nel rispetto delle prioritarie esigenze di sicurezza e difesa dei cieli.

Il Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare

“L’Aeronautica Militare è una forza armata che fa del volo l’essenza stessa del suo nome e della sua vita, ma sotto l’iceberg c’è tutta una realtà viva che è fremente e che va veramente alla grande – ha sottolineato il Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare -. Sono veramente soddisfatto del percorso compiuto in questi cento anni e voglio davvero ringraziare il Ruolo delle Armi perché copre in maniera trasversale tutti i settori più importanti della Forza Armata. Solo grazie a loro noi riusciamo ad essere presenti in tutto il mondo – ha aggiunto il Generale Goretti -. Siamo rientrati dall’Alaska, siamo in Polonia e in Kuwait e questo lo possiamo fare perché dietro c’è una realtà fatta dal personale del Ruolo delle Armi che ci consente di esprimere il nostro potere aerospaziale in tutti i posti”. Un compleanno, quello delle donne e degli uomini del Ruolo delle Armi, proiettato verso il futuro, verso “le nuove sfide come la cybersecurity e l’Intelligenza Artificiale. Un qualche cosa che devono portare avanti come obiettivo per i prossimi cento anni” ha detto Goretti che ha aggiunto: “L’Intelligenza Artificiale è la prima tecnologia umana in grado di apprendere e generare nuove idee, quindi dobbiamo prepararci ad affrontare questo cambiamento, sviluppando la capacità di gestirlo. Dobbiamo dare ai nostri Ufficiali gli strumenti per capire il cambiamento circostante, rappresentati dalla didattica delle quattro C: pensiero critico, comunicazione, collaborazione e creatività, con l’obiettivo di impossessarsi di strumenti di lavoro adattabili, flessibili, culturalmente agili e innovativi. Queste caratteristiche possono sembrare contrastanti o discordanti con l’ordine e la disciplina, che sono generalmente considerati elementi caratterizzanti del mondo militare, ma questa coesistenza non solo è necessaria, ma anche facilmente realizzabile in una forza armata incline all’innovazione come l’Aeronautica Militare“.

Un tema, quello dell’Intelligenza Artificiale, molto importante perché incide sulla vita quotidiana sia civile che militare in quanto l’IA non solo modifica il modo in cui facciamo le cose, ma sta modificando il modo in cui comprendiamo le cose. La presenza e la localizzazione ne sono un esempio. Anche la narrazione, la comunicazione e l’informazione viene influenzata dall’Intelligenza Artificiale.

Roberto Cingolani, Amministratore Delegato (AD) di Leonardo – Foto Aeronautica Militare

Bullets & Bytes

Infosfera, guerra cognitiva e deep fake sono al centro dell’interesse e del lavoro del Ruolo delle Armi. Anche su questo si è soffermato l’Amministratore Delegato di Leonardo Spa Roberto Cingolani facendo riflettere sui cambiamenti in atto e sull’evoluzione tecnologica: “Abbiamo una quantità di dati in tempo reale enorme e soprattutto abbiamo messo insieme dei domini, cioè un satellite che vede, che mi tracca la traiettoria della minaccia e che in grado di fare dei calcoli predittivi, che opera con potenze di calcolo che sono nell’ordine di milioni di miliardi di operazioni al secondo. L’intelligenza Artificiale negli anni Settanta ha avuto il primo inverno. Gli algoritmi esistevano ma non c’era una macchina in grado di risolverli e siccome erano algoritmi non risolvibili analiticamente, negli Stati Uniti e nei Paesi più avanzati si bloccò la ricerca. Nel frattempo l’elettronica avanzava e dopo dieci anni il computer riuscì a risolvere il problema” ha aggiunto Cingolani mettendo in evidenza l’importanza della “potenza di calcolo” che oggi è ovunque e fa la differenza. E’ il caso della medicina, ma anche e soprattutto il settore della Difesa, importantissimo per la sicurezza del Paese che racchiude nel concetto di “bullets and bytes” l’essenza della proiezione futura di un Paese industriale come l’Italia. Per questo oggi resta importante “sapere dove vai, prevedere dove andrai e intercettare un soggetto prima che arrivi” ha rilevato Cingolani. Una capacità “predittiva” che solo cinque anni fa poteva essere fantascienza e, invece, oggi è realtà.  Ma c’è di più ed è il “piano” che prevede “l’interoperabilità di domini diversi” che pone Leonardo Spa e l’Italia all’avanguardia tra i pochissimi Paesi al mondo che stanno lavorando sul fronte dell’Intelligenza Artificiale. Il futuro, dunque, è la capacità di far comunicare domini diversi e di essere predittivi tenendo conto dell’importanza delle piattaforme e delle interfacce.

Cristiano Rufini, AD di Olidata – Foto Aeronautica Militare

Segnare il percorso del domani

“Abbiamo sentito parlare di tecnologie e di Intelligenza Artificiale, futuro, giovani. Tutti fattori che insieme segneranno quello che sarà il percorso da percorrere – ha spiegato nel suo intervento Cristian Rufini, A.D. di Olidata -. Le sfide del futuro si possono vincere solo se in questo preciso momento come Paese, come persone, come uomini e donne ci rialziamo sulle nostre gambe e incominciamo a correre. Ed è adesso il momento in cui dobbiamo farlo. La rivoluzione industriale è in atto e abbiamo sotto gli occhi numerosi esempi. Abbiamo il compito di affrontare il futuro come aziende italiane e come Paese” ha aggiunto Rufini tenendo ben presente che “dobbiamo puntare sulle persone. Il rapporto tra le nuove generazioni e le persone più esperte segnerà il risultato che riusciremo ad avere”. L’Italia, ha ricordato Rufini, riparte avvantaggiata perché ha avuto persone come Enrico Mattei, Guglielmo Marconi, Antonio Meucci, Adriano Olivetti. “Tutte persone che non hanno segnato solo la storia italiana, ma la storia mondiale. E dobbiamo ripartire da questo perché l’Intelligenza Artificiale è l’ulteriore sfida e l’ulteriore momento di confronto sul piano nazionale e mondiale”. Per questo occorre una maggiore collaborazione tra pubblico e privato.

Guglielmo Tamburrini, docente di Filosofia della Scienza e della Tecnologia presso l’Università Federico II di Napoli – Foto Aeronautica Militare

L’uomo al centro

Guglielmo Tamburrini, docente di Filosofia della Scienza e della Tecnologia presso l’Università Federico II di Napoli, ha approfondito l’aspetto etico legato all’Intelligenza Artificiale in termini di sfide e di opportunità, “a partire dalla protezione della vita umana. Sicuramente nelle operazioni di ricerca e di soccorso miglioreranno moltissimo con l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Ci saranno delle capacità percettive sotto il profilo di analisi di immagini e di altri dati sensoriali permettendo di individuare persone in difficoltà”. Tamburrini ha poi ristretto il campo sul “principio di non discriminazione” che un punto cardine dei principi insiti nella nostra Costituzione e un punto cardine della Carta Universale dei Diritti dell’Uomo. Un elemento fondamentale è poi la capacità di giudizio umano e la capacità di valutare che cosa fa l’Intelligenza Artificiale in funzione di un effetto amplificatore che potrebbe esserci quando le macchine raccolgono dati e informazione dall’uomo, compresi ad esempio i pregiudizi. Dunque occorre un discernimento e una responsabilità che “nella maggior parte dei casi deve rimanere nelle mani umane quando abbiamo dei sistemi che in realtà possono prendere delle decisioni o suggerirle” ha aggiunto Tamburrini. Un nodo fondamentale toccato dal professor Tamburrini è quello dell’automation bias, ossia la propensione degli esseri umani a favorire i suggerimenti provenienti da sistemi decisionali automatizzati e a ignorare informazioni contraddittorie fornite senza automazione, anche se corrette. Un intervento che ha messo al centro l’uso responsabile dell’Intelligenza Artificiale di cui occorre prendere consapevolezza anche sul fronte del Ruolo delle Armi ed ha concluso citando il padre della cibernetica Norbert Wiener, il quale si pose il problema e la questione etica in un libro molto famoso dal titolo The Human Use of Human Beings. Scrisse Wiener: “Qualsiasi macchina costruita per indicare delle decisioni, se non possiede la facoltà d’imparare, agirà sempre in conformità di uno schema meccanico. Guai a noi se la lasceremo decidere della nostra condotta senza aver prima studiato le leggi che governano il suo comportamento, e senza sapere con certezza che questo comportamento sarà basato su principi che noi possiamo accettare!”

Il libro sui 100 anni del Ruolo delle Armi a cura del colonnello Stefano Cosci – Foto Aeronautica Militare

Una serata, condotta dalla giornalista Barbara Carfagna, in cui si è parlato di tradizione, innovazione e futuro a cui il Ruolo delle Armi è legato fortemente proprio per via di una storia secolare che viene ripercorsa in un libro curato dal colonnello Stefano Cosci, già direttore di Rivista Aeronautica. Un volume che, rispetto ai due precedenti, si rivolge a un pubblico che ha minore familiarità con la Forza Armata. Non solo coloro che hanno iniziato a indossare l’uniforme con “le foglie di quercia” sulle spalline, ma anche chi vuole intraprendere un percorso in Aeronautica Militare. “Il Ruolo delle Armi dovrebbe affascinare i giovani aspiranti ufficiali perché è parte integrante di una forza armata che per sua natura è dinamica e proiettata al futuro e che si avvale di mezzi per compiere la sua missione assolutamente all’avanguardia – ha spiegato  il Generale del Ruolo delle Armi Generale di Squadra Sergio Antonio Scalese che firma la prefazione al libro -. C’è poi un fattore poco razionale, più legato all’emozione, cioè il fascino che esercitano gli aeroplani anche su chi non sceglie di fare del volo la sua professione. Il giovane che entra in Forza Armata troverà un sistema di valori che non è facile trovare all’esterno. Troverà proprio il nostro modus vivendi che è quello proprio del lavoro di squadra. Un ambiente in cui la disciplina e la gerarchia non sono fini a se stesse, ma sono funzionali al raggiungimento dell’interesse della Forza Armata e per ricaduta al bene comune per la collettività”. Una riflessione, quella sui giovani ufficiali che fanno ingresso in Accademia Aeronautica avvalorata dall’intervento del Generale di Squadra Aerea Luigi Del Bene: “Il grosso delle funzioni che di fatto sorreggono e supportano il metabolismo basale della Forza Armata sono attestate al Ruolo delle Armi”. Per l’autore del libro dal titolo “Ruolo delle Armi. Da 100 anni componente essenziale dell’Aeronautica Militare”, Stefano Cosci, si tratta di un progetto editoriale che supera “dal punto di vista temporale il centenario stesso ed è focalizzato su aspetti che vanno oltre questo pur importante appuntamento e celebrazione. Per tale ragione abbiamo puntato sul presente e sul futuro del Ruolo delle Armi. Un racconto attraverso le fotografie di ciò che le donne e gli uomini del Ruolo delle Armi fanno quotidianamente al servizio del Paese – ha aggiunto Cosci -. Attività specialistiche, molto tecnologiche, alcune delle quali a strettissimo contatto con le attività di volo”.

Controllori del traffico aereo al lavoro – Foto Aeronautica Militare

Che cos’è il Ruolo delle Armi

Il Ruolo delle Armi è, insieme al Ruolo Naviganti, al Genio Aeronautico, al Corpo di Commissariato e al Corpo Sanitario Aeronautico, uno dei Corpi/Ruoli in cui sono attualmente ripartiti gli Ufficiali dell’Aeronautica Militare. L’architettura professionale del Ruolo è caratterizzata da nove specialità: Difesa Aerea Missilistica Integrata (DAMI), per l’assolvimento del compito primario dell’Aeronautica Militare, la Difesa Aerea appunto; Telematica, per l’esercizio, la manutenzione e l’adeguamento tecnologico di quelli che sono comunemente conosciuti come Communication and Information Systems (CIS), oltre alla protezione delle reti, delle infostrutture e conduzione di operazioni nel cyberspazio; Traffico Aereo, per la gestione del traffico sia “operativo”, negli spazi aerei e sugli aeroporti di competenza dell’Aeronautica Militare, che “generale”, in completa sinergia con l’organizzazione del traffico aereo civile; Gestione Risorse Umane, per l’assolvimento dei compiti istituzionali dell’Aeronautica Militare in molteplici settori professionali di Forza Armata e dell’area interforze, quali reclutamento e selezione, gestione a 360° della risorsa umana, impiego, ordinamento e formazione; Forze di Superficie, cui appartengono gli Ufficiali del Ruolo delle Armi destinati alle attività di Force Protection, per assicurare la sorveglianza e la difesa delle installazioni aeronautiche, del personale e dei mezzi sia in ambito nazionale che all’estero; in tale specialità rientra la componente Fucilieri dell’Aria, necessaria per garantire la sicurezza anche nei più moderni e sfidanti teatri operativi; Informazioni e Sicurezza, i cui Ufficiali, operando in contesti joint e combined, sia in territorio nazionale, presso i Reparti operativi della Forza Armata, che in contesti fuori dai confini nazionali, contribuiscono a generare, con l’acquisizione di flussi ininterrotti di informazioni decisionali, un vantaggio militare nei confronti di eventuali minacce avversarie; Incursori, specialità alimentata dalle Forze Speciali, con un ruolo marcatamente operativo, anche di tipo combat, a testimonianza dello sviluppo capacitivo del Ruolo delle Armi sia a livello di Forza Armata sia in ambito interforze; Logistica, specialità che trova la sua essenza nella determinazione dei fabbisogni del personale, dell’approvvigionamento o acquisizione delle risorse materiali, così come la gestione dei flussi dei trasporti, dei supporti e dei materiali (cosiddetta supply chain); e infine, Operatori di Bordo, che comprende gli Ufficiali del Ruolo delle Armi che formano l’Equipaggio Fisso di Volo, componente indispensabile per l’impiego operativo dei velivoli dell’Aeronautica Militare, e nelle operazioni aeree di guerra elettronica.

Vincenzo Grienti