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La colonia italiana a Lima e il suo ruolo in favore della cultura (1862-2022)

Sulle pagine di questo portale storico abbiamo più volte trattato l’argomento della presenza italiana in Perù, con particolare riferimento ai rapporti diplomatici fra i due Paesi, ovvero ad alcuni personaggi che si sono particolarmente distinti, sia in Italia che nel Perù stesso. Con il presente saggio vogliamo, invece, rappresentare ai nostri lettori quanto sia stato importante il ruolo che la Colonia italiana ha svolto nel Paese andino, fra Ottocento e Novecento, volendo diffondere le più nobili tradizioni culturali e storiche italiche, mantenendone vivo il ricordo, ma anche per far conoscere ed apprezzare fra i Peruviani la nostra millenaria civiltà, come dimostrò la donazione alla città di Lima del Museo d’Arte Italiana, solennemente inaugurato quasi cento anni orsono.

La carta intestata della colonia italiana a Lima

La Colonia italiana in Perù e la “cultura della memoria”

Il 12 giugno di cent’anni orsono, a Roma, presso l’aula magna del Collegio Romano fu organizzata dall’Istituto Coloniale Italiano, che allora aveva sede in Piazza Venezia, n. 11, una importantissima conferenza nel corso della quale il Senatore Guglielmo Mengarini, già Ambasciatore straordinario italiano in Perù trattò il tema dal titolo “Il Perù moderno e la Colonia Italiana in Perù”, introdotto al numeroso pubblico di intervenuti da parte dello stesso Presidente dell’Istituto, Emanuele Artom. Durante la conferenza, la quale fu arricchita dalla proiezione di immagini fisse e cinematografiche – un vero evento per l’epoca – fu illustrato anche il ruolo che gli italiani avevano svolto in Perù nel corso dei lunghi anni della loro presenza, con particolare riferimento al progresso del Paese. In esso – lo ricordiamo – gli italiani avevano occupato ed occupavano ancora “posti chiave”, sia a livello economico che politico-sociale, ma anche culturale, volendo ricordare a tutti la missione di cui era stato protagonista il grande Antonio Raimondi, il celebre geografo, naturalista, botanico e scienziato milanese (1824 – 1890) che ancora oggi viene citato come il più grande divulgatore della stessa cultura Peruviana, alla quale dedicò la sua vita, pubblicando vari scritti, ma anche tutelandone l’immenso patrimonio archeologico. Ebbene, nel corso dei decenni che fecero seguito all’unificazione italiana del 1861, allorquando l’emigrazione italiana in Perù si fece via via sempre più consistente, la nostra Colonia, soprattutto quella stanziata a Lima, così come al Callao, Arequipa ed Arica (non ancora passata al Cile), si fece carico di diffondere tra i propri membri, prim’ancora che nei riguardi della popolazione locale, non solo i valori della Patria lontana, ma anche i ricordi di un luminoso passato, che in quel frangente spaziava dai recenti fatti del Risorgimento, quali la liberazione di Roma del 20 settembre 1870 agli avvenimenti più luttuosi, come la morte di Re Umberto I (nel 1900), il terremoto di Reggio Calabria e Messina  (1908), l’anniversario della morte di Giuseppe Verdi, e così via. La Colonia si sarebbe resa propugnatrice anche di non pochi eventi culturali che potremmo definire “mondani”, prim’ancora che patriottici, e ciò anche grazie alle varie Associazioni sorte nel frattempo, quali, ad esempio, la “Società Italiana di Beneficenza e Istruzione”, fondata il 23 marzo 1862 a Lima e con appendice al Callao, il “Comitato Italiano”, costituito il 23 gennaio del 1913 e le varie “Compagnie Italiane di Pompieri”, sorte sia nella Capitale che al Callao, fra il 1864 e il 1868, ma anche le società sportive, quali la celebre “Società Canottieri Italia”, sorta a Callao il 7 settembre 1904 e il “Circolo Sportivo Italiano”, fondato a Lima il 5 agosto del 1917, per non parlare, infine, di alcune Logge Massoniche, quali la celebre “Stella d’Italia”. Fu iniziativa degli stessi italiani trapiantati a Lima se nel 1884 fu organizzato in città il primo carnevale in maschera, a verosimiglianza di quanto accadeva in Patria già da moltissimi anni. Di dette iniziative fu data testimonianza anche attraverso la coniazione di medaglie ricordo, oggi ricercatissime e dall’altissimo valore faleristico. L’impegno in generale nei riguardi della cultura andò ben oltre, tant’è vero che nel 1902 si pervenne anche alla stampa e alla diffusione di una delle prime “Guide dell’Emigrante”, nelle quali, al di là dei consigli utili per gli italiani che per la prima volta mettevano piede in Perù, vi erano non pochi riferimenti alla storia e alle bellezze artistiche e paesaggistiche del grande Paese andino. Ma il vero apice d’impegno, gli italiani lo avrebbero raggiunto nel 1923, allorquando si inaugurò nella stessa Capitale il bellissimo “Museo d’Arte Italiana”, situato nel secondo isolato dell’Avenue Paseo de la República, nel centro storico di Lima. 

Lima, Monumento a Raimondi in Piazza Italia

Il Museo d’Arte Italiana di Lima (1923 – 2022)

Il Museo d’Arte Italiana, nel novero degli Enti culturali peruviani è il custode e il divulgatore di una ricca collezione di opere d’arte di origine italiana, fra l’altro – al momento – unico del genere in tutto il Perù. Donato dalla Colonia italiana alla città di Lima, su iniziativa di Gino Salocchi (allora Presidente del “Banco Italiano” di Lima), fu concepito nel quadro delle celebrazioni per il Centenario dell’Indipendenza del Perù, nel corso del 1921. La sua inaugurazione ufficiale avvenne, tuttavia, l’11 novembre del 1923, alla presenza delle più alte cariche dello Stato e della stessa Comunità italiana. Amministrato per anni da vari Enti, nel 1972 il Museo passò sotto l’amministrazione del “National Culture Institute”, grazie al quale l’esposizione si è arricchì di ulteriori donazioni da parte di artisti contemporanei italiani. Oggigiorno la collezione presenta un’enorme varietà di generi artistici “made in Italy”, peraltro esposti secondo nuove tecniche museali, approfittando anche dei nuovi spazi ottenuti nel corso dei restauri cui il Museo è stato oggetto a partire dal 1991, su progettazione affidata all’architetto italiano Gaetano Moretti. Il Museo d’Arte Italiana gode tuttora del supporto costante fornito dall’Ambasciata italiana e dall’Association of Friends of the Museum of Italian Art. Il Museo dispone di un ampio cortile, parcheggi e 6 sale per le esposizioni (nella seconda sala è presente una grande vetrata ispirata alla Primavera di Botticelli), della collezione permanente e per le mostre temporanee che vi si tengono annualmente, visitate da migliaia di cittadini. In esso, sia attraverso lo stesso edificio, come del design e degli elementi decorativi, è rappresentata l’arte antica italiana: elementi dell’architettura del Bramante; rilievi e dettagli decorativi ispirati a Donatello, Ghiberti, Michelangelo e Botticelli. La facciata è completata, poi, con emblemi delle principali città italiane e da due mosaici veneziani con gli uomini più famosi della storia del nostro Paese. Nel museo è rappresentata l’arte di tutte le regioni italiane, mentre gran parte delle collezioni risale agli inizi del XX secolo, nonostante non sia presente un movimento all’avanguardia. Il Museo, oltre ad avere una delle collezioni più importanti in Perù, ha ospitato ed ospita diverse esposizioni temporanee, molte apprezzate sia dai tantissimi turisti che raggiungono Lima, che dalla stessa cittadinanza, ancora oggi molto legata al nostro Paese, alle sue tradizioni, ma soprattutto al suo popolo[1].

Col. (a) Gerardo Severino
Storico militare

[1] Per approfondimenti vgs. Mario Quesada (a cura di), Museo d’arte italiana di Lima, Venezia, Marsilio, 1994.