Hector Caraccioli Moncada. Il comandante della Fuerza Aerea dell’Honduras dal sangue napoletano
Non è una novità se affermiamo che alcuni personaggi pubblici sono transitati alla storia solo per alcuni particolari aspetti della propria vicenda umana, piuttosto che per le caratteristiche e i meriti reali conseguiti nell’arco della loro stessa esistenza. A volte è molto più facile “etichettare” le persone per qualche fatto specifico, magari negativo, piuttosto che riconoscere e raccontarne altre qualità. È, questo, il caso del Colonnello dell’Aeronautica Militare Honduregna, Hector Caraccioli Moncada, il cui nome è oggi legato essenzialmente ad un particolare periodo della storia dell’Honduras, vale a dire al biennio 1956-1957, allorquando l’alto ufficiale di origini italiane fu giocoforza coinvolto nel c.d. “Triunvirato”, che avrebbe dato vita, come vedremo in seguito, ad una delle tante Giunte Militari che governarono quella Nazione. Ma Hector Caraccioli, pronipote di un coraggioso marittimo e mercante napoletano stabilitosi in Honduras giovanissimo, non fu solo questo. Egli, che aveva scalato le vette dell’Arma Azzurra Honduregna in brevissimo tempo, fu anche un grande aviatore: uno straordinario pilota che legherà la sua stessa esistenza all’Aviazione, tanto da morire, ancorché giovane, proprio nel corso di un incidente aereo, in Guatemala, nell’ottobre di cinquant’anni fa.
Da Napoli a Santa Rosa de Copian (1805 – 1893)
Le vicende della famiglia Caraccioli in Honduras, oggi molto diffusa in varie località della Nazione, e che ha dato al Paese Centroamericano, oltre ad Hector, anche altri importanti personaggi, ci portano a Napoli, ove nel lontano 1805 ebbe vita Antonio, il capostipite, il quale, in Patria, quasi certamente, si chiamava Caracciolo. Antonio Caracciolo o Caraccioli (secondo la deformazione castigliana), Capitano mercantile, giunse nel Centro America, molto probabilmente a New Orleans, ove allora era particolarmente attiva una colonia di Italiani provenienti dai vari Stati della Penisola, attorno ai primi anni Venti. Tempo dopo si trasferì per lavoro in Honduras, esattamente a Santa Rosa de Copán, attuale capoluogo di Dipartimento, una città sorta ai tempi della colonizzazione spagnola col nome di “Los Llanos” (Capitaneria Generale del Guatemala), già allora famosa per essere la sede della Reale Fabbrica Tabacchi, fondata nel 1795. E fu proprio a Santa Rosa che il marittimo napoletano, ancora suddito di S.M. il Re delle Due Sicilie, “mise su famiglia”, convolando a nozze con una ragazza del posto, Ana Josefa Maradiaga, nata il 25 luglio del 1807. Dal loro matrimonio nacque Joaquin, venuto al mondo il 29 settembre del 1829, primo di una lunga lista di figli, tra maschi e femmine. La famiglia Caraccioli rimase a Santa Rosa per qualche anno, prima di trasferirsi a San Pedro Sula, ove sarebbe rimasta per il resto della vita dei vari suoi componenti. San Pedro Sula, attuale sede amministrativa del Dipartimento di Cortés era già allora una delle più grandi città dell’America Centrale e la seconda città più popolosa dopo le città gemelle di Tegucigalpa e Comayagüela.
Tra i più rinomati centri agricoli del Paese, grazie alla coltivazione del caffè e delle banane, esportate in tutto il mondo, San Pedro era anche un rinomato emporio commerciale dell’Honduras. Don Joaquin Caraccioli, unitamente ai fratelli e alla rispettiva progenie, era divenuto uno dei più importanti fazendeiros della zona, fra l’altro proprietario di un’estesa azienda agricola in località “Agua Prieta”. Oltre alle coltivazioni, il Caraccioli si sarebbe dato anche al commercio, dando così vita ad una delle più avviate “Case di Spedizioni” operanti nel Dipartimento di Cortés, con una filiale anche a New Orleans, aperta attorno al 1880. Ebbene, Don Joaquin Caraccioli Maradiaga, nonno del nostro protagonista, divenuto uomo facoltoso, si sposò, nel 1885, con la signorina Maria Durand Gourdelier, di nobili origini francesi. Dalla loro unione nacque, fra gli altri (ben sette figli), nel corso del 1891, anche José Joaquin Caraccioli Durand, padre di Hector, il quale, a differenza del padre Joaquin, morto sessantaquattrenne il 14 settembre 1893 (quando José aveva appena due anni), si sarebbe spento nel 1993 alla veneranda età di 102 anni. I vari esponenti della famiglia Caraccioli si sarebbero distinti, nel corso dei decenni successivi, nei vari campi della Comunità locale, volendo ricordare, fra gli altri Hipolito e Antonio Caraccioli, che assieme allo stesso Joaquin, furono Alcaldi (sindaci) della città e Donna Maria Caraccioli Durand, che fu la prima Maestra elementare titolare presso l “Escuela de Niñas” di San Pedro Sula.
Hector Caraccioli Moncada, la straordinaria vita di un aviatore (1922 – 1975)
Fu, quindi, dal matrimonio di José Joaquin Caraccioli Durand con Blanca Rosa Moncada Salgado, celebrato a San Pedro Sula il 23 luglio del 1921, che l’anno seguente, esattamente il 19 aprile 1922, nacque Héctor Caraccioli Moncada, il quale visse in città sino alla inoltrata gioventù. La condizione molto agiata della famiglia consentì al giovane di completare gli studi primari presso la scuola “José Cecilio del Valle”, sempre a San Pedro Sula, per poi proseguire gli studi superiori Liceali (diplomandosi in Scienze e Lettere), e sempre nella stessa città di nascita. Il 15 ottobre del 1940, appena diciottenne, Héctor Caraccioli Moncada si arruolò volontariamente nell’Esercito, in qualità di semplice meccanico. Negli anni seguenti, prima di transitare nella Forza Aerea dell’Honduras, avrebbe ricoperto vari incarichi e partecipato a varie missioni. Passato alla Fuerza Aérea Hondureña, la quale era stata fondata appena nel 1931, Héctor diverrà ben presto famoso, se non altro dal punto di vista della storia dell’Aviazione Militare. Egli, infatti, è conosciuto ancora oggi per essere stato il primo aviatore honduregno a effettuare un lancio di emergenza con il paracadute, mentre si trovava a bordo di un Boeing 40B che sorvolava la valle di Lepaguare, nel Dipartimento di Olancho. Era il 25 gennaio del 1945 ed Héctor non aveva ancora compiuto ventitré anni. Convolato a nozze con la signorina Lucila o Licita Fortin Inestroza, Héctor divenne padre, nel corso del 1948, del suo unico figlio, che fece battezzare con il suo stesso nome. Anni dopo (era il 1954), proseguendo nella carriera militare in Aeronautica, Héctor Caraccioli Moncada, nel frattempo promosso Tenente Colonnello, fu destinato negli Stati Uniti, ove avrebbe frequentato un corso per istruttori di volo strumentale, presso la “Moody Air Force School”, in Georgia. La vita dell’ufficiale di origini italiane mutò drasticamente il 13 maggio del 1955, allorquando il Colonnello Hernán Acosta Mejia, allora Comandante in capo della Fuerza Aérea Hondureña morì in un incidente aereo, nei pressi del quartiere El Manche, mentre pilotava l’aereo Lightning P-38. A quel punto, Héctor Caraccioli Moncada, richiamato a Tegucigalpa, fu nominato Comandante dell’Arma Azzurra, con il grado di Colonnello.
E fu proprio tale incarico che avrebbe ben presto condizionato per sempre la sua carriera militare, oltre che la stessa vita privata. Facciamo un passo indietro nel tempo, evidenziando che il 15 novembre 1954, mentre Héctor Caraccioli Moncada si trovava già negli USA, il Presidente dell’Uruguay, Juan Manuel Gálvez Durón – si disse allora per motivi di salute – cedette il potere al Vice Presidente, Julio Lozano Díaz – per poi trasferirsi presso l’ospedale Gorjas di Panama e in seguito a Miami. In realtà era successo che il precedente 10 ottobre 1954, circa 260.000 degli oltre 400.000 elettori uruguayani erano andati alle urne. Ebbene, secondo la Costituzione honduregna, era necessaria ovviamente la maggioranza per essere eletti Presidente della Repubblica. A tal fine, la stessa Costituzione richiedeva, in primo luogo, che due terzi dei membri della nuova legislatura fossero presenti e votassero per eleggere un Presidente, e in secondo luogo, che il vincitore dovesse ricevere i due terzi dei voti della legislatura stessa. Nacquero subito dissidi tra i vari Partiti e correnti politiche. L’abbandono della scena politica da parte del Presidente Gálvez complicò ulteriormente la situazione, lasciando così il Governo del Paese nelle mani di Julio Lozano Díaz. Questi sospese improvvisamente la legislatura e annunciò che avrebbe ricoperto la carica di Presidente fino a nuove elezioni. Lozano Díaz dichiarò che avrebbe formato un Governo di unità nazionale con membri del Gabinetto provenienti da tutti i principali Partiti e ricevette promesse di sostegno da tutti e tre i candidati alle elezioni del 1954. La situazione rimase immutata sino al 21 ottobre del 1956, allorquando le Forze Armate, guidate dal Direttore della Scuola Militare, il Generale Roque J. Rodríguez , dal comandante dell’Aeronautica Militare, il nostro Colonnello Héctor Caraccioli Moncada e dal Maggiore e ingegnere, Roberto Gálvez Barnes, figlio dell’ex Presidente, rovesciarono Julio Lozano Díaz, dando così vita ad una “Giunta Militare” provvisoria, la quale, sin da subito, si era prefissa di traghettare il Paese verso nuove libere elezioni.

La Giunta, aveva, infatti, annullato le elezioni del 7 ottobre 1956, denunciando una vera e propria frode elettorale. In verità, il colpo di Stato, per quanto motivato da serie motivazioni ideologiche, segnò l’inizio dell’intervento diretto dei militari nella vita politica del paese. Per la prima volta, infatti, le Forze Armate honduregne agivano come un’istituzione autonoma e non più come lo strumento di un Partito politico o di un leader individuale, come era accaduto in passato. I membri del c.d. “Triunvirato” erano elementi giovani (Héctor aveva allora appena trentaquattro anni di vita), nazionalisti sì ma anche riformisti. Erano tutti eredi di quel processo di professionalizzazione che aveva interessato il mondo militare honduregno tra gli anni Quaranta e Cinquanta. In questo, la parte da leone l’aveva fatta l’addestramento militare e tecnico ricevuto dai vari Consiglieri Militari americani, sia in Honduras che negli stessi Stati Uniti, come era capitato allo stesso Héctor[1]. Il 17 novembre 1957 entrò a far parte della Giunta anche il Colonnello Oswaldo López Arellano, che in seguito avrà, purtroppo, parte decisiva nelle sorti del Paese, dando vita, il 3 ottobre del 1963, ad un nuovo colpo di Stato a matrice di estrema destra. La storia del golpe del 1956 ci ricorda, infine, che Julio Lozano Díaz e sua moglie furono esiliati, partendo così per la città di Miami, ove l’ex Presidente sarebbe morto di lì a qualche mese. La “Giunta Militare” (della quale Héctor Caraccioli avrebbe assunto anche un periodo di Presidenza, sostituito in seguito proprio dal Colonnello Oswaldo López Arellano) operò in Honduras dal 21 ottobre 1956 al 21 dicembre 1957, data nella quale fu eletto Presidente il liberale Ramón Villeda Morales[2].

Durante il suo Governo, nuovamente democratico, l’Honduras entrò nel Mercato Comune Centroamericano e iniziò programmi per una timida riforma agraria e per l’ampliamento dell’istruzione. La sua politica provocò, tuttavia, la sfiducia dei conservatori dell’Honduras, i quali appoggiavano il maccartismo, e che nel 1963, dopo il trionfo della rivoluzione Cubana, provocarono l’ennesimo colpo di Stato. Al posto del Presidente Villeda Morales i conservatori posero proprio il Colonnello Oswaldo López Arellano. Questi fatti segnarono l’inizio di un lungo e triste periodo di dittatura militare in Honduras. López Arellano Governò, infatti, il Paese dal 1965 al 1974. Tornando al nostro Colonnello, ricordiamo che, con l’ascesa al potere della “Giunta Militare”, ad Héctor Caraccioli succedette, al comando della Fuerza Aérea Hondureña, il Colonnello Armando Escalón Espinal, che lo manterrà sino al 1965. Ebbene, dopo l’esperienza Governativa, Héctor Caraccioli Moncada, non potendo più essere integrato nell’Arma Azzurra honduregna, per evidenti ragioni d’anzianità, rispetto al collega Escalón Espinal, transitò nell’Aviazione Civile honduregna, assumendo così la carica di Presidente della Società Aerea “Tan Airlines”, con sede nella stessa Tegucigalpa[3]. Vi avrebbe operato sino a quel triste giorno del 24 ottobre 1975, allorquando il Colonnello di origini italiane perse la vita a Città del Guatemala, a causa di un incidente aereo. L’autopsia confermò che alla base della caduta dell’areo vi era stata un’embolia coronarica che aveva colpito l’uomo, il quale aveva da pochi mesi festeggiato i cinquantatré anni di vita. Al di là della sua brevissima esperienza “golpista”, il Colonnello Héctor Caraccioli Moncada era sempre stato – e lo è tuttora – ritenuto dai suoi compatrioti come un grande Aviatore, come il pilota che aveva lavorato – e molto bene, aggiungiamo noi – per il progresso dell’Aeronautica, sia militare che civile. Anche per tale ragione, il 25 ottobre 1978, nei pressi di La Ceiba, fu inaugurata in suo onore la base aerea “Colonel Héctor Caraccioli Moncada”, ove attualmente operano gli F-5 della Northrop e vi si svolgono i programmi di addestramento e formazione militare internazionale (IMET) organizzati dalla stessa gloriosa Fuerza Aérea Hondureña, l’Arma alla quale il nostro protagonista aveva saputo dare il meglio di sé stesso, apportando quel contributo fattivo di chi, come lui, godeva di quel “genio italico”, vanto di una millenaria stirpe, la quale, alcuni secoli prima, aveva dato i natali, in quel di Genova, al grande Cristoforo Colombo, il primo europeo a mettere piede nel Continente Americano. Ma questa è un’altra storia.
Col. (a) GdF Gerardo Severino
Storico Militare
[1] Giovani ufficiali honduregni, addestrati nell’ambito del noto “Programma di Assistenza Militare degli Stati Uniti”, furono nominati Comandanti militari dei 17 Dipartimenti con i quali era suddiviso il Paese.
[2] Il precedente 21 agosto 1957 erano state indette le elezioni per i delegati all’Assemblea Costituente. Le elezioni si tennero il 22 settembre successivo. Il Partito Liberale dell’Honduras ricevette 36 delegati, il Partito Nazionale dell’Honduras 18 e il Partito Riformatore Nazionale 4.
[3] La Compagnia aerea honduregna era stata fondata nel 1947 da investitori privati per operare voli cargo su contratto. A partire dal 1950, la Compagnia aveva, quindi, avviato i servizi di linea per passeggeri e merci. Nel marzo del 1960, la flotta della TAN era composta da tre C-46, i quali servivano una rete di rotte lunga ben 1.900 km.