La storia è piena di immagini scattate da grandi fotoreporter, da uffici stampa o da comuni cittadini. Basta ritornare indietro nel tempo per scorrere Una fotografia che resterà storica in un giorno memorabile. Donald Trump e Volodymir Zelensky dialogano dentro la Basilica di San Pietro a Roma, la capitale della cristianità, che ha perso la guida della Chiesa universale: Papa Francesco. Un faccia a faccia che ha fatto intravedere spiragli di pace. La stessa pace che da quando è scoppiato il conflitto russo-ucraino ha reclamato più volte il pontefice argentino ogni domenica all’angelus o al regina coeli, ma anche ricevendo i diplomatici accreditati presso la Santa Sede all’inizio di ogni anno e nei messaggi per la Giornata mondiale della pace. Tutto il pontificato del successore di Pietro può essere letto sulla scia della Dottrina sociale della Chiesa e sull’impegno a costruire ponti attraverso la diplomazia pontificia. Nessuno il 26 aprile 2025 ha saputo cosa ha detto il Presidente degli Stati Uniti al leader ucraino, ma una cosa è certa negli annali della storia della Chiesa: Trump e Zelensky si sono accomodati nelle due sedie di velluto rosso “fornite” da un prelato di Santa Romana Chiesa. Non è importante chi li ha fatti accomodare. Al contrario è importante il gesto del “prego accomodatevi” per parlarvi.
Un colloquio avvenuto nel giorno dei funerali di Papa Francesco, nelle ore dove i grandi della Terra si trovavano sul sagrato di Piazza San Pietro dopo aver ascoltato l’omelia del decano del collegio cardinalizio Giovanni Battista Re nella settimana che precede il conclave. Tutto in un giorno, tutti insieme nel lungo addio a Jorge Mario Bergoglio, il Papa venuto dalla “fine del mondo”. L’uomo vestito di bianco che baciava i piedi a chi si faceva la guerra e abbracciava poveri, disabili, diseredati, dimenticati. Insomma gli ultimi. L’uomo che aveva fatto dell’umiltà la sua arma più forte, della coerenza la chiave della sua vita pastorale, del coraggio la via più breve nel parlare chiaro ai potenti per innalzare gli ultimi. Una saggezza che non mancava a far trasparire ogni qualvolta ricordava i nonni dalle origini italiane. Non smetteva mai di dire ai giovani di ascoltare gli anziani. I nonni sono una ricchezza ed è vero. Dai racconti dei nonni è possibile comprendere la vita e lavorare per il bene. I nonni che hanno fatto la guerra sanno cosa significa. Bergoglio lo sapeva. Uno dei suoi nonni aveva combattuto durante la Grande Guerra. A Redipuglia, ad Auschwitz, nella sua visita nel cimitero americano di Nettuno non mancò mai di ricordare le nefandezze dei conflitti, il mercato sempre rigoglioso delle armi, il male che i trafficanti di ordigni provocava al mondo. Eppure i conflitti in Ucraina e Medio Oriente, in Africa e nelle aree più remote del mondo sono andati avanti. Eppure i grandi leader sono andati ad omaggiare il pontefice romano che faceva appelli “per la martoriata Ucraina” e richiamava le fazioni in conflitto nel nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, a terminare gli scontri. La sua preoccupazione, citando più volte il film del 1943 di Vittorio De Sica era quella che “I bambini ci guardano” e cosa potrebbero pensare del mondo degli adulti immersi nella “terza guerra mondiale a pezzi” più volte ribadita?
Storici, scrittori e vaticanisti spesso parlano di geopolitica della Chiesa, ma in tante occasioni “disegnano” scenari tattici e strategici che restano ottime riflessioni, ma a volte prive di fondamento ecclesiale.
La copertina del libro “La diplomazia pontificia” di M. F. Feldkamp
L’azione della Chiesa è certamente diplomatica per via dell’attività della Santa Sede, ma è soprattutto missionaria ed evangelica, tutta proiettata all’impegno sociale e politico per il “bene comune” sulla scia di una tradizione che parte dal magistero di Leone XIII fino a Papa Francesco: dall’enciclica Rerum Novarum alla Fratelli Tutti. Per questo l’istantanea di Piazza San Pietro con tutti i leader mondiali riuniti attorno alla bara di Bergoglio è un’esortazione a riflettere sulla grande forza della Chiesa cattolica, sempre alla ricerca di vie di dialogo come ampiamente dimostrato dalle “missioni” diplomatiche del cardinale Matteo Zuppi, e non solo in merito alla guerra tra Mosca e Kiev, ma anche anni fa in Mozambico. Che dire poi di tutte le “missioni” che Giovanni Paolo II ha affidato a uomini come Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio, vero e proprio avamposto di pace, o Ernesto Olivero del Sermig di Torino senza dimenticare le attività di promozione per la pace tra i popoli e le nazioni compiute da associazioni e movimenti come Azione Cattolica e Pax Christi, il Movimento dei Focolari e Comunione e Liberazione attraverso l’annuale Meeting di Rimini.
C’è una bellissima immagine che nel 2002 in occasione del convegno “Parabole Mediatiche. Fare cultura nella comunicazione” richiamò l’allora cardinale Joseph Ratzinger, futuro Benedetto XVI: quella dell’incisione dei sicomori. Più si incide e più l’albero di sicomoro farà frutto. L’incessante lavoro della diplomazia della Santa Sede, a vari livelli, può essere paragonata all’azione dell’incisore di sicomori. Non smette mai di incidere nella società, nella cultura e nella politica del tempo pur di affermare la centralità della persona umana, il rispetto della dignità di donne e uomini e la pace. Dentro questa cornice può essere inserita la fotografia di Trump e Zelensky, entrambi seduti sulle sedie rosse di velluto dentro la Basilica di San Pietro. Segnali, gesti e accadimenti. Ancora un altro colpo volto a incidere il sicomoro per raccogliere frutti di pace. Un altro colpo di quel “martirio della pazienza”, per citare il cardinale Agostino Casaroli, che si aggiunge alla grande tradizione della diplomazia pontificia fino ad oggi rappresentata dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, di sicuro una figura di altissimo profilo pastorale.
Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza di navigazione. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.AcceptRead More