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10 settembre 1943. La storia di Bachisio Mastinu, il finanziere 007 al servizio della Resistenza

“La vita per l’Italia”. Non solo un motto, ma un impegno preso da un gruppo di uomini  decisi a liberare la penisola dal nazi-fascismo dopo l’8 settembre 1943. Tra questi Bachisio Mastinu. Classe 1909, sardo di Bolòtana. Un finanziere che decide di rischiare la sua vita e quella della sua famiglia per diventare un agente segreto al servizio dell’Italia libera.

Certificato di PatriotaBachisio fiancheggia i partigiani, compie atti di sabotaggio, fornisce importanti informazioni come si legge dal certificato a firma dal maresciallo inglese Harold Alexander, capo delle truppe alleate nel Mediterraneo centrale (come si legge nella foto sopra nel Certificato di Patriota rilasciato a Bachisio Mastinu a forma di Harold Alexander).

Tra febbraio e marzo del ’44, infatti, il partigiano con le Fiamme Gialle viene notato da “Giorgio”, nome di battaglia di Aminta Migliari (nella foto sotto ritratto un uno dei suoi numerosi travestimenti. In questo caso da sacerdote). Un giovane di Gozzano che organizza il SIP, il Servizio Informazioni Patrioti. Il SIP, nato con la finalità di segnalare i movimenti dei reparti nazi-fascisti, in maniera tale da proteggere le Brigate partigiane operanti sul confine tra Lombardia e Piemonte, ha un’evoluzione che Bachisio Mastinu vive in pieno.

GiorgioInfatti nel SIP il finanziere sardo entra come semplice “agente”, mantenendo il servizio presso le Fiamme Gialle di Borgomanero, ma sarà costretto ad abbandonare il proprio reparto il 1° di settembre del 1944 per via dell’insicurezza che poteva provocare il suo “doppio gioco”. Il SIP, una volta superata una prima fase evolutiva, dopo la tragica fine del Tenente Di Dio, trucidato nel corso di un’imboscata dei tedeschi il 12 ottobre 1944 a Gola di Finero, “ampliò sensibilmente i propri compiti, estendendo la propria attività ai sabotaggi ed alla segnalazione degli obiettivi per i bombardamenti alleati, fornendo informazioni utili sia ad altre formazioni partigiane, come nel caso della Organizzazione “Franchi” capeggiata da Edgardo Sogno, sia ad alcuni patrioti e capi della Resistenza che si erano rifugiati in Svizzera, come ha modo di spiegare il maggiore Gerardo Severino, Direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza di Roma e autore del libro “Una vita per l’Italia” (Delfino Editore).

Il SIMNI era coinvolto in quella che fu denominata “Missione Chrysler” dall’OSS, cioè l’Office of Strategic Service, il servizio segreto americano precursore della CIA, che aiuterà l’Italia e la Resistenza ad arrivare fino all’aprile 1945, cioè alla liberazione. Il SIMNI compì molteplici operazioni di guerra fornendo informazioni, anche attraverso quattro stazioni radio alleate, gestite dai militari Usa, attraverso migliaia di messaggi in codice, in media circa 350 al mese, di cui alcuni davvero delicati e sensibili.

Documento SIMNILa sua attività presso il SIMNI e a favore degli Alleati è riscontrabile in un documento ufficiale d’archivio datato 15 maggio 1945 (nella foto a destra d’archivio fornita dalla Guardia di Finanza) dal quale si evince, appunto, la promozione al grado di Appuntato di Finanza e, soprattutto, a quella di “Agente Capo” del medesimo Servizio. “Ebbene, l’agente Mastinu verrà trattenuto presso il Comando Centrale del SIMNI anche dopo la Liberazione, come emerge in una lettera che il Comandante “Giorgio” indirizzò al Comando del Circolo della Regia Guardia di Finanza di Novara il 14 di maggio – spiega il maggiore Severino -. In tale documento viene, infatti, indicato che il nostro Bachisio è da considerarsi in servizio attivo con grado di Agente Capo presso la Missione Americana. Erano quelli, infatti, i giorni ed i mesi in cui sia gli agenti segreti italiani che quelli americani davano la caccia alle ultime spie fasciste, ovvero a chi si era fortemente compromesso a favore degli occupanti tedeschi”. Bachisio Mastinu rimarrà in servizio presso il SIM, il Servizio Informazioni Militari, sino al 15 aprile del 1946, data in cui ne fu decretata dal Ministero della Guerra la cosiddetta “smobilitazione” con il conseguente rientro dei vari agenti al proprio reparto. “Ripreso dunque servizio presso la Brigata di Borgomanero, Bachisio non si vide però riconoscere il grado di Appuntato al quale era stato elevato sin dal settembre del 1944 – aggiunge Severino -. Lo diverrà solo per anzianità il successivo 16 ottobre 1946”.

Bachisio Mastinu: una vita per l’Italia
MastinuBachisio Mastinu nacque a Bolotana, in provincia di Nuoro, il 13 ottobre del 1909, figlio di Antonio Mastinu e Giovanna Sanna, entrambi contadini della zona. Dopo aver frequentato le scuole dell’obbligo (arrivò alla II elementare) il giovane Bachisio si dedicò anch’egli alla vita dei campi e ciò sino agli inizi di aprile del 1928, allorquando, dopo aver perso prematuramente il padre Antonio, riuscì ad arruolarsi nella Regia Guardia di Finanza, inizialmente destinato a frequentare il corso di addestramento presso l’allora Battaglione Allievi di Roma. Il 1° novembre dello stesso anno, divenuto a tutti gli effetti Finanziere, il giovane sardo iniziò la sua lunga carriera nel Corpo, assegnato così alla Brigata di frontiera di Prabello, lungo il confine con la Svizzera.
“Nei quattro anni che seguirono, il Mastinu operò presso altri piccoli reparti del Comasco, quali Gera Lario, Somneggio e Curiglia – spiega il maggiore Gerardo Severino, direttore del Museo storico della Guardia di finanza e autore del libro Una vita per l’Italia, edito da Delfino Editore -. Fu solo nell’agosto del 1932 che egli ebbe la possibilità di un trasferimento “più a valle”, destinato infatti presso la Brigata stanziale “Cristoforo Colombo” di Genova, città dalla quale avrebbe avuto certamente più possibilità di recarsi in Sardegna. Successivamente presterà servizio a Piena, Ventimiglia, Grimaldi e Calvo, nei pressi della frontiera con la Francia, ed in seguito a Savona, Torino e poi nuovamente al confine con la Svizzera, destinato a Spoccia (Novara), ove giunse nel settembre del 1938″.

Il finanziere Bachisio Mastinu con la famiglia
Bachisio Mastinu a Borgomanero con la famiglia nel 1949

Il 1° maggio dell’anno successivo Bachisio raggiunse la località di Baceno. Qui operava una Brigata di frontiera dipendente dalla Compagnia di Domodossola. Nel corso della sua permanenza a Baceno l’Italia entrò nella Seconda guerra mondiale al fianco della Germania (10 giugno 1940). Il 4 settembre dello stesso anno si sposò con Giovannina Cosseddu, più giovane di lui di una diecina d’anni, originaria pure lei di Bolotana. Rallegrata dalla nascita del piccolo Antonio, avvenuta il 24 novembre 1941 a Domodossola, la famiglia Mastinu rimase a Baceno sino agli inizi di febbraio del 1943, data in cui Bachisio, promosso Finanziere scelto, ottenne di essere trasferito, per motivi di salute (soffriva di forti reumatismi agli arti inferiori nda), presso la Brigata “volante” di Borgomanero, sempre in provincia di Novara. E fu proprio nei giorni del suo servizio a Borgomanero che Bachisio Mastinu fu chiamato ad operare una scelta dopo il fatidico 8 settembre 1943.

LibroDopo la sua esperienza di “agente segreto” al servizio dell’Italia libera nel marzo del 1947 la famiglia Mastinu fu allietata dalla nascita del secondogenito Eliseo, mentre nel giugno del 1956 venne al mondo la figlia Carla. Il 25 novembre dell’anno seguente, avendo maturato una lunga permanenza a Borgomanero, così come prevedeva il Regolamento del Corpo, l’ormai maturo Appuntato sardo dovette essere trasferito a Novara città, ove rimarrà ad operare per quasi un anno. Il 5 novembre del 1958, dopo aver compiuto trent’anni di servizio nella Guardia di Finanza, ormai minato nel fisico e forse anche nell’anima, Bachisio chiese ed ottenne di potersi ritirare in pensione, facendo così ritorno a Borgomanero, ove prese alloggio in Corso Garibaldi, n. 75. Del suo passato di agente segreto e di patriota per l’Italia evidentemente non parlò con alcuno, neppure alla famiglia.

“L’unico riconoscimento che abbiamo verificato sul suo foglio matricolare fu quello di potersi fregiare del distintivo della guerra di liberazione, istituito nel novembre del 1948 – aggiunge il maggiore Severino -. Anni dopo il congedo, l’ormai anziano Appuntato Mastinu si trasferì a Piedimulera, in provincia di Verbania, ove morirà l’8 marzo del 1989, a pochi mesi dal suo ottantesimo compleanno, pianto da figli, dai nipoti e da quanti lo conobbero come uomo giusto e leale, finanziere onesto ed irreprensibile, italiano e democratico convinto”.

 

La storia di Bachisio Mastinu nel servizio di Tv2000 con l’intervista al maggiore Gerardo Severino, Direttore del Museo storico della Guarda di Finanza.