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New York, 25 settembre 2015: il giorno di Papa Francesco all’Onu. Paolo VI il primo pontefice alle Nazioni Unite

Se la visita di Papa Francesco al Congresso degli Stati Uniti ha registrato la prima volta di un pontefice a Capitol Hill, il discorso all’Onu non è un fatto nuovo per il successore di Pietro. Le Nazioni Unite hanno registrato la storica visita di Paolo VI, di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Il primo pontefice a visitare l’Onu fu Paolo VI, il 4 ottobre 1965. Giovanni Battista Montini rivolgendosi ai membri delle Nazioni Unite li definì “architetti della pace” proclamando il suo solenne “Mai più la guerra”. Giovanni Paolo II andò due volte all’Onum nel 1979 un anno dopo la sua elezione a Vicario di Cristo e nel 1995 dopo la caduto del Muro di Berlino. Benedetto XVI invece pronunciò il suo discorso a Palazzo di vetro nel 2008.

Resta invece una data storica quella del 24 settembre 2015, giorno in cui per la prima volta un Papa ha parlato al Congresso degli Stati Uniti. Oggi, ha detto il Papa “vorrei rivolgermi non solo a voi, ma, attraverso di voi, all’intero popolo degli Stati Uniti. Qui, insieme con i suoi rappresentanti, vorrei cogliere questa opportunità per dialogare con le molte migliaia di uomini e di donne che si sforzano quotidianamente di fare un’onesta giornata di lavoro, di portare a casa il pane quotidiano, di risparmiare qualche soldo e – un passo alla volta – di costruire una vita migliore per le proprie famiglie”. Sono uomini e donne che “non si preoccupano semplicemente di pagare le tasse, ma, nel modo discreto che li caratterizza, sostengono la vita della società. Generano solidarietà con le loro attività e creano organizzazioni che danno una mano a chi ha più bisogno”. “Vorrei anche entrare in dialogo con le numerose persone anziane che sono un deposito di saggezza forgiata dall’esperienza e che cercano in molti modi, specialmente attraverso il lavoro volontario, di condividere le loro storie e le loro esperienze” ha detto il Santo Padre.

Durante il suo discorso Papa Francesco ha menzionato quattro illustri americani: Abraham Lincoln, Martin Luther King, Dorothy Day e Thomas Merton.

“Quest’anno – ha detto il Papa – ricorre il centocinquantesimo anniversario dell’assassinio del Presidente Abraham Lincoln, il custode della libertà, che ha instancabilmente lavorato perché “questa nazione, con la protezione di Dio, potesse avere una nuova nascita di libertà”. Dunque Costruire un futuro di libertà “richiede amore per il bene comune e collaborazione in uno spirito di sussidiarietà e solidarietà”.

Papa Francesco ha esortato alla “lotta contro la povertà e la fame” che “dev’essere combattuta costantemente su molti fronti, specialmente nelle sue cause”.

Essere al servizio del dialogo e della pace, secondo Papa Francesco “significa anche essere veramente determinati a ridurre e, nel lungo termine, a porre fine ai molti conflitti armati in tutto il mondo. Qui dobbiamo chiederci: perché armi mortali sono vendute a coloro che pianificano di infliggere indicibili sofferenze a individui e società? Purtroppo, la risposta, come tutti sappiamo, è semplicemente per denaro: denaro che è intriso di sangue, spesso del sangue innocente. Davanti a questo vergognoso e colpevole silenzio, è nostro dovere affrontare il problema e fermare il commercio di armi”