Giorni di Storia

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26 agosto 1925. L’affondamento del Sommergibile “Sebastiano Veniero”

Una storia che riemerge dagli abissi: quella del Sommergibile “Sebastiano Veniero” e dei sui 48 uomini di equipaggio. 26 agosto 1925, ore 0645, il battello della Regia Marina si trova al largo di Portopalo di Capo Passero, in Sicilia, per una esercitazione. E’ qui che  affonda, accidentalmente, speronato in fase d’immersione dalla nave mercantile ”Capena”. Ed è li che da quel giorno giacciono il comandante Paolo Vandone e i 48 uomini d’equipaggio. Il Veniero è adagiato sul fianco sinistro, ad una profondità di circa 55 metri ed oggi quella unità è considerata sacrario militare.

Il Veniero era un sommergibile di media crociera che apparteneva alla classe “Barbarigo” la quale era composta da 4 unità: Agostino Barbarigo, Giacomo Nani, Andrea Provana e appunto Sebastiano Veniero.  Benché il relitto del sommergibile “Sebastiano Veniero” fosse già presente nelle carte nautiche degli anni ’70, solo nel 1978 il grande Enzo Maiorca riuscì a dargli un nome, come da lui stesso raccontato nel libro L’ultima emersione. Il ritrovamento del sommergibile Veniero (Ugo Mursia Editore, 2015).  Un libro tutto da leggere e riedito da Mursia nel 2021. Un volume che sottolinea come le avventure in mare cominciano sempre da un racconto come accadde anche questa volta. Il campione di apnea, vero e proprio mito per generazioni di amanti del mare, si trovava in trasferta a Cuba per tentare un nuovo record quando conosce un comandante siciliano, Armando Santoro. Nacque un’amicizia e da lì riaffiorò il ricordo di un fatto doloroso accaduto molti anni fa. La motocisterna “Capena” in navigazione al largo di Capo Passero urtò qualcosa. Poi proseguì lungo la sua rotta senza rendersi conto di aver colpito il sommergibile “Veniero” che colò a picco diventando così la bara per i 48 uomini dell’equipaggio.

Per Santoro quella storia dimenticata da tutti è un peso sul cuore, per Maiorca diventa una sfida. Con un gruppo di amici inizia le ricerche e le immersioni su un relitto che potrebbe essere quello del “Veniero”. Un’avventura e una ricerca appassionata in cui si muovono, come in un romanzo, straordinari uomini di mare. E c’è soprattutto la Sicilia che Maiorca racconta con una scrittura elegante, emozionante, che trasuda un amore infinito per il mare e per la sua gente.

Ottant’anni dopo il giorno dell’incidente del Veniero il team guidato da Leonardo Lodato e Guido Capraro, si immergerà in quel relitto. Sarà l’occasione per raccontare una storia di uomini e di mari, ma anche per fare luce su quell’incidente e ridare dignità a quegli uomini coraggiosi. Comincia, così, un lungo viaggio nella storia del Sommergibile Sebastiano Veniero e del sommergibilismo in Italia, dai “maiali” della X Mas ai battelli di ultima generazione, passando per i silenziosissimi Sea Glider. Nasce un libro “Storie di uomini e di navi. Un’avventura chiamata Veniero” e un documentario di grande successo (La Mandragora Editrice, 2012). Il tutto, grazie alle testimonianze dei protagonisti, in un susseguirsi di episodi capaci di regalare emozioni forti non soltanto agli appassionati di mare. E’ l’occasione per ripercorrere quell’incidente e non dimenticare uomini coraggiosi morti per servire l’Italia. Un racconto appassionato che potrebbe sembrare un romanzo e invece è una storia vera. un percorso che porta il lettore a ripercorrere una tragedia poco conosciuta fino in fondo al mare, laddove il battello della Regia Marina è avvolto dalle correnti sottomarine. Un libro per non dimenticare, utile non solo agli appassionati di subacquea ma anche di storia navale.

Per non dimenticare il sacrificio di questi marinai e ricordare Enzo Maiorca in occasione del primo anno dalla sua scomparsa, il Gruppo Operativo Subacquei e Nave Anteo nel 2017 condussero un’immersione con la tecnica della Saturazione sulla verticale del relitto, congiuntamente a Patrizia Maiorca e al personale della Soprintendenza del mare della Regione Sicilia.   L’attività subacquea, oltre a far memoria dei caduti del mare attraverso la deposizione di una corona che è stata adagiata sulla torretta del Veniero, ha permesso di controllarne lo stato di conservazione.

Era il 22 giugno 2017 quando i palombari di Comsubin (Comando Subacquei ed Incursori) sono scesi in profondità per ispezionare il relitto del Sommergibile “Veniero”, affondato a circa 6 miglia da Portopalo di Capo Passero (Siracusa).

Un giorno in cui si ricordò il grande Enzo Maiorca, Medaglia d’Oro al Valor di Marina.  L’attività svolta dal Gruppo Operativo Subacquei, vera e propria eccellenza in campo subacqueo del nostro Paese è riconosciuta anche all’estero e rientra nell’ambito delle molteplici capacità che la Marina Militare pone al servizio della collettività nell’ambiente marino.

Vincenzo Grienti