Giorni di Storia

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23 aprile 1946. Con le ali sotto i piedi: la storia della Vespa

E’ il 23 aprile del 1946 quando l’ingegnete aeronautico Corradino D’Ascanio termina e deposita il progetto della Vespa. Uno scooter destinato a segnare la storia di un’epoca. Solo per citare un solo film:”Vacanze Romane”. Non e’ un semplice scooter ma come scriverà negli anni a venire Cesare Cremonini sarà come “andare in giro con le ali sotto i piedi”. Non a caso proprio la Vespa si ispira alla tecnologia aeronautica. Uno dei prodotti di disegno industriale più famosi al mondo che arriverà a far parte della collezione permanente del MoMa di New York.

Sono gli inizi del Novecento e l’industria italiana è in fermento. Gli ebanisti della Piaggio creano gli arredi di lussuose navi italiane e straniere, tuttavia non sembrano esserci ulteriori possibilità di crescita in questo settore. Così, Rinaldo decise di estendere le sue imprese nel settore ferroviario, con un’attività di costruzione e riparazione di carrozze. Una scelta che si rivelò fondamentale poiché permise di creare una squadra di tecnici e ingegneri d’eccezione.

Con la Prima guerra mondiale si aprirono le porte verso una nuova frontiera: l’aeronautica. Fin dal 1915, Piaggio si occupò della riparazione e della costruzione di idrovolanti, e arrivò ad acquistare nel 1917 un’azienda aeronautica di Pisa. Questa nuova produzione permise alla Piaggio di superare la crisi postbellica e di acquisire un’altra azienda, la Pegna-Bonmartini, comprensiva di maestranze e tecnici.

Tra questi proprio Giovanni Pegna, valentissimo progettista e ingegnere areonautico che produsse presto il monoplano da caccia P2 (Piaggio 2) –evolutosi nel P7, l’Idroplano Piaggio da corsa- e il quadrimotore P 108, l’ultimo grande aereo dei costruttori italiani prima della seconda Guerra Mondiale.

Lo stabilimento di Pontedera

Il successo della produzione convinse Rinaldo a fare un ulteriore passo per la crescita della Piaggio e nel 1924 acquistò lo stabilimento Costruzione meccaniche nazionali di Pontedera. Una importante officina nata prima della guerra che permise all’imprenditore di costruire in proprio i motori degli aerei e, dopo qualche anno, anche di altri veicoli.

La crisi economica degli anni Trenta non frenò la Piaggio che continuò ad arruolare nuovi talenti per la sua sezione di ricerca e sviluppo: Giovanni Pegna, Giovanni Gabrielli, Giovanni Casiraghi e Corradino d’Ascanio. Quest’ultimo si distinse fin da subito e realizzò nel 1930, insieme ad altri inventori, uno dei primi prototipi mondiali di elicottero. Da allora, la genialità d’Ascanio si legò per sempre alla storia di Piaggio portando alla creazione di molti altri veicoli, come gli elicotteri PD1 e PD2 (Piaggio-d’Ascanio).

Era il 1944 e presto sarebbe finita la Seconda guerra mondiale. Fu proprio in previsione del periodo di ripresa e ricostruzione del paese che Enrico Piaggio commissionò un veicolo per gli spostamenti individuali. In principio, Renzo Spolti disegnò uno scooter a scocca portante siglato MP (Moto Piaggio, nelle varianti MP1/MP5), soprannominato “Paperino”. Poco convinto del risultato, Enrico chiese a Corradino d’Ascanio di rivedere il progetto. Fu così che nel 1945 nacque il prototipo di MP6, uno scooter con molte innovazioni di derivazione aeronautica. Infine, nel 1946, iniziò la produzione del due ruote che avrebbe fatto la storia: la Vespa 98.

Le innovazioni di Piaggio continuano tutt’ora nel rispetto della natura e dell’ambiente. Fin dal 1973 viene studiato uno scooter con propulsore elettrico, e soli due anni dopo Piaggio realizzò il primo Ape elettrico.
Dalle tre ruote dell’Ape, Piaggio passa alle quattro del Porter e nel 1996 arriva Liberty, lo scooter che porta su larga scala il fenomeno dei “ruota alta”. Segue Piaggio MP3, il primo e più grande successo di scooter a tre ruote del mondo.