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Patrizi di Bellegra. Presbiteri al servizio della Curia Romana. Il nuovo libro di Davide Bracale

Un volume che attraversa tre secoli di storia e racconta l’operato dei presbiteri della famiglia Patrizi che da Bellegra, feudo dell’Abbazia di Subiaco, volsero a Roma e qui, secondo una radicata tradizione familiare, prestarono servizio presso la Curia Romana. Un nuovo studio di Davide Bracale da leggere per capire il contesto sociale e culturale di circa due secoli di storia della Chiesa.
Don Lorenzo Patrizi, archivista del Sant’Uffizio, affrontò la sottrazione di tutti i documenti della Santa Sede durante l’invasione napoleonica di Roma. I documenti furono trasportati a Parigi assieme a Pio VII, ormai prigioniero di Napoleone. Don Lorenzo, dopo la disfatta di Waterloo, fu incaricato di riformare tutto l’archivio del Sant’Uffizio, in condizioni disastrate, con i documenti che man mano tornavano da Parigi, ritrovati sia nei palazzi nobiliari che tra i pizzicagnoli della capitale francese. Ad oggi, l’impegno di questo presbitero e dei suoi successori ha permesso che l’archivio del Sant’Uffizio con tutta la sua storia continui ad esistere.
Don Giuseppe Patrizi, docente di diritto canonico alla “Sapienza”, all’epoca università papale, era il ciambellano del card. Angelo Mai, cui Leopardi intitolò il celebre canto “Ad Angelo Mai” a ringraziamento delle sue scoperte tra le quali il “De re publica” di Cicerone.
Mons. Pietro Patrizi, ultimo prelato della famiglia vissuto nell’epoca dello Stato Pontificio, era avvocato della Curia Roma e officiale della Congregazione del Concilio. Dopo la breccia di Porta Pia del 1870 egli si pose in strenua difesa di Pio IX e con coraggio per dieci anni tentò di difendere uno dei benefici ecclesiastici di Bellegra, il quale per centocinquant’anni era stato gestito dai Patrizi con notevoli frutti in favore dell’Abbazia di Subiaco e dell’Apostolica Sede; tuttavia egli dovette cedere alla liquidazione dell’asse ecclesiastico e arrendersi alla caduta dello Stato Pontificio.
L’ultimo esponente della famiglia al servizio della Sede Apostolica fu Mons. Nazareno Patrizi. Incardinato nella diocesi di Roma, insegnava nella scuola operaia di Testa Spaccata e l’estate partiva per le missioni nelle chiese della campagna romana. Canonico dei Ss. Celso e Giuliano ed avvocato rotale, era stato incaricato da Pio X di interessarsi alla questione della legge delle guarentigie dalla prospettiva della Sede Apostolica e secondo quanto determinava il diritto pubblico. Impiegato nel servizio diplomatico pontificio prima come segretario di ablegazione e poi quale incaricato d’affari dei vescovi argentini, da Benedetto XV fu indicato per la complessa nunziatura apostolica del Cile. Pio XII, infine, gli conferì il titolo di prelato domestico, quale premio per il suo impegno pastorale e di curia.

Patrizi di Bellegra. Presbiteri al servizio della Curia Romana dal XVIII al XX secolo” (isbn 978-88-941078-7-6). Il libro è disponibile al momento presso il Centro Pro Unione e la Libreria Sant’Angelo di Via Banco di S. Spirito 61. 

 

La famiglia Patrizi di Bellegra annovera tra i suoi esponenti una tradizione di presbiteri al servizio della Curia Romana dal XVIII secolo.

Don Lorenzo Patrizi (1762-1842), archivista della Congregazione del Sant’Uffizio, riformò l’Archivio della Congregazione in epoca post-napoleonica.

Don Giuseppe Patrizi (1809-1846), Maestro di Camera del cardinal Angelo Mai e docente di diritto canonico alla Sapienza, visse ed operò nell’ambiente della Curia Romana e della corte pontificia.

Mons. Pietro Patrizi (1832-1900), Cameriere d’Onore di Sua Santità, era avvocato della Curia Romana ed officiale della Congregazione del Concilio.

Mons. Nazareno Patrizi (1866-1958), Prelato Domestico di Sua Santità, Canonico dei Ss. Celso e Giuliano ed esponente della corte pontificia dal pontificato di S. Pio X, era avvocato della Sacra Rota ed esperto della Questione Romana. Segretario della Pontificia Accademia Tiberina, si seppe distinguere per cultura ed infaticabile perizia giuridica, sapientemente conciliate ad una costante attività pastorale.