Giorni di Storia

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Enrico Mattei, un protagonista del miracolo economico italiano

Un protagonista del miracolo economico. Un uomo che negli anni seguenti il secondo conflitto mondiale intraprese una sfida senza precedenti seguendo il suo sogno: modernizzare e sviluppare l’Italia nonostante gli attacchi della Stampa e i numerosi avversari. Questo era Enrico Mattei, nato il 29 aprile 1906 ad Acqualagna, nel pesarese.

Nel ’19 la famiglia di Mattei si trasferì a Matelica. Verniciatore a 14 anni e mezzo, fattorino a quindici, impiegato a sedici e tecnico a 17 anni. Conseguì il diploma di ragioniere e a 19 anni era già direttore di una fabbrica con 150 dipendenti. Dieci anni dopo è titolare dell’Industria Chimica Lombarda. Una carriera fulminante che viene interrotta dalla guerra. Partigiano tra i capi di più prestigio (qualche giorno fa l’associazione artigiani cattolici di Roma lo ha ricordato con una conferenza alla quale ha partecipato il senatore Giulio Andreotti ndr), due volte venne preso prigioniero e due volte evase. Dopo la guerra, a 39 anni, viene nominato commissario dell’Agip per l’Alta Italia per provvedere all’organizzazione e direzione delle attività aziendali. Un preludio alla liquidazione dell’azienda. Fattosi consegnare da Vincenzo Cazzaniga, in precedenza membro della commissione incaricata dei rifornimenti petroliferi, il piano completo degli impianti petroliferi contenenti depositi, raffinerie, punti di distribuzione dell’Italia del nord, Mattei disobbedisce all’ordine del governo Bonomi inviato tramite apposita direttiva del 15 maggio 1945 “di sospendere ogni iniziativa tendente all’attuazione di nuovi programmi” e inizia a fare ricerche di metano in tutta Italia.

Un’intuizione che si rivelerà vincente perché poco più di un anno dopo trova il metano a Caviaga e a Ripalta all’età di quarant’anni. Sette anni dopo il parlamento vota la legge istitutiva dell’Eni, l’ente nazionale idrocarburi. Per Mattei inizia la sfida, ma anche la battaglia a quanti lo avversavano. Venne combattuto dentro e fuori l’Italia. Pochi i suoi amici, ex partigiani o compagni di partito nella Dc. Tra questi Giorgio La Pira, con il quale si impegnerà per la questione della Pignone, una fabbrica fiorentina, per salvare 1200 operai. Di lui William R. Scott, vicepresidente esecutivo della maggiore società petrolifera del mondo, la Standard Oil Company del New Jersey, disse «aveva a cuore soprattutto gli interessi del suo Paese».

Mattei, cattolico credente e praticante, era una persona avveduta, dotata di una capacità di immaginazione e di previsione a volte sovrumana. In Italia non c’era forte tradizione petrolifera e molti lavori connessi a quell’industria erano sconosciuti. Lui inventò le scuole per saldatori e trivellatori. Fece bandi per assumere giovani ingegneri da mandare a scuola negli Usa per turni di circa sei mesi. Fornì il gruppo di tutti i più avanzati mezzi operativi, da quelli meccanici, come sonde anche “off shore”, fino agli aerei aziendali per gli spostamenti rapidi, a quelli allora più sofisticati. Per primo in Italia collegò tutti i centri operativi con ponti-radio che permettevano a tutti i reparti e uffici di essere collegati in tempo reale in tutta Italia, il Nord Africa fino all’America Latina.
Su di lui sono stati scritti numerosi libri biografici come il libro del giornalista Carlo Maria Lomartire Mattei. Storia dell’italiano che sfidò i signori del petrolio (Le Scie, Mondadori) oppure il volume dello storico e membro dello staff centrale dell’Eni di Mattei, Nico Perrone dal titolo Enrico Mattei. Un protagonista della modernizzazione italiana (Il Mulino 2004) che si aggiunge a un’ampia bibliografia che prende in considerazione anche la sua misteriosa morte avvenuta il 27 ottobre 1962 precipitando con il suo aereo a reazione nelle campagne di Bescapè, a dieci chilometri da Linate, dopo essere decollato dall’aeroporto di Fontanarossa di Catania.

Per saperne di più:

Eni

Fondazione Enrico Mattei