Giorni di Storia

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Buon Natale ai lettori di Giorni di Storia con la poesia di Giuseppe Ungaretti

Durante una licenza dal fronte, Giuseppe Ungaretti, ospite dell’amico Gherardo Marone, scrisse questa poesia, emblema di un dolore profondo figlio dell’esperienza in trincea.

Il componimento risale al 26 dicembre 1916, ma fu pubblicato soltanto nel 1918 nell’Antologia della Diana e successivamente inserito nella raccolta Allegria di naufragi (1919).

I versi racchiudono tutto il dolore e la stanchezza dell’uomo di fronte al supplizio della guerra, alla sua drammaticità e il cui pensiero non lo abbandona mai. Neanche quando vorrebbe immergersi completamente nel tepore della casa, con il suo caminetto acceso, e quando è lontano, almeno fisicamente, dalla linea del fronte.

Ungaretti, si era arruolato come volontario, nel 19º Reggimento di fanteria della Brigata “Brescia” e durante le battaglie sul Carso, aveva cominciato a tenere un taccuino di poesie. Quelle composizioni colpirono così tanto l’amico e Ufficiale Ettore Serra, che le raccolse in un volumetto e ne face stampare 80 copie, presso una tipografia di Udine nel 1916 con il titolo Il porto sepolto. Poi le portò in dono in trincea a Ungaretti come regalo di Natale.

Il Natale

di Giuseppe Ungaretti

Non ho voglia

di tuffarmi

in un gomitolo

di strade

 

Ho tanta

stanchezza

sulle spalle

 

Lasciatemi così

come una

cosa

posata

in un

angolo

e dimenticata

 

Qui

non si sente

altro

che il caldo buono

 

Sto

con le quattro

capriole

di fumo

del focolare

 

Fonte Centenario1914-1918.it