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Noi e loro. La Grande Guerra in Adriatico

Un confronto puntuale tra i due grandi avversari di una guerra combattuta un secolo fa nell’Adriatico e nel Mediterraneo: la Regia Marina e la Kaiserliche und Königliche Kriegsmarine austro-ungarica, oltre che alle rispettivamente alleate Royal Navy e Marine Nationale da una parte e alla nemica Kaiserliche Marine tedesca dall’altra. Un libro, “Noi e loro la Grande Guerra in Adriatico. Strategie, tecnologie e battaglie”  di Enrico Cernuschi e Andrea Tirondola che analizza in maniera originale gli aspetti della Grande Guerra confrontando le diverse strategie italiane e austriache, ponendo, nella corretta luce il fondamentale ruolo della Marina nel conseguimento della Vittoria.la Prima guerra mondiale non fu solo una guerra di trincea. Anzi, senza gli uomini, ufficiali, sottufficiali e marinai della Regia Marina, possiamo senz’altro dire che la Guerra non sarebbe stata vinta.

Ma c’è di più. Qualcosa che va oltre alla storia conosciuta. Questo libro racconta con minuziosità “tutto ciò che non si vede”, tutto quello che non si conosce sulle imprese della Regia Marina e dei suoi uomini nel Mar Adriatico. Un luogo geografico in cui si registrò 100 anni fa un braccio di ferro senza precedenti. Non solo (nel primo capitolo) vengono ripercorse le storie di entrambe le marinerie, dalle loro origini a oggi, ma anche nei capitoli successivi dedicati alla evoluzione e alla organizzazione della Regia Marina si comprende con quale logica e con quale ingegno l’Ammiraglio Paolo Thaòn di Revèl organizzò strategicamente la nostra Forza Navale prima e durante il primo conflitto mondiale.

Un conflitto, la Grande Guerra, che solitamente viene inquadrato Le ragioni di tale sproporzione sono da ricercare, in primo luogo, nell’enorme numero di uomini che furono mobilitati nell’ambito del Regio Esercito (circa 5 milioni, operai militarizzati inclusi), a fronte dei nemmeno 150.000 della Regia Marina, e negli effetti, ancora oggi durevoli e tramandati, che quei tre anni di conflitto ebbero sull’immaginario collettivo e, di conseguenza, sulla vita culturale della nazione. Il simbolo della Grande guerra è, indubbiamente, il soldato in trincea; a ciò si aggiunga il fatto che il ricordo di quel conflitto è tuttora fisicamente tangibile in buona parte delle zone che furono teatro degli scontri. I grandi sacrari, gli innumerevoli monumenti sparsi in ogni comune d’Italia, il corso dell’Isonzo e del Piave, le alture dell’Ortigara, del Grappa o del Pasubio rese lunari dalle granate, le stesse moli di quelle montagne che silenziose ricordano alla pianura ciò che è stato, sono una testimonianza quotidiana che suscita la curiosità degli storici e degli appassionati, oltre che il rispettoso silenzio di chiunque ci si soffermi, fosse anche solo per un minuto, trovando, alla fine, il proprio naturale riverbero nell’editoria.

Un capitolo molto interessante è poi quello dedicato alla Comunicazione e all’Intelligence. Vorrei soffermarmi su un passaggio non di poco conto, a dimostrazione che spesso le guerre si vincono attraverso le informazioni e le reti di comunicazione. Al riguardo, così come per altre imprese non si può dimenticare Gabriele D’Annunzio (beffa di Buccari) oppure già citati Rizzo e Aonzo, non possiamo non citare la lunga serie di esperimenti condotti da Guglielmo Marconi. Nel 1903 la Regia Marina avviò lo sviluppo della propria rete radiotelegrafica ultimandola prima a terra per il 1907 e lavorando in parallelo per l’installazione a bordo. Quello stesso anno la Marina italiana introdusse le radio a bordo delle proprie navi da guerra fino al rango dei cacciatorpediniere, dati i limiti imposti dalle dimensioni degli apparati dell’epoca. Si trattò di un’evoluzione del tutto in linea con quella intrapresa, nel medesimo arco di tempo, in tutto il mondo. Il continuo sviluppo tecnologico che caratterizzò questo settore comportò, ad ogni modo, un aumento, per il 1914, delle stazioni radio a bordo e a terra da 250 a 1.048 apparati.

Sono solo alcuni aspetti che arricchiscono l’opera di Tiròndola e Cernuschi, ma c’è un elemento su cui soffermarsi: il poco conosciuto e raro materiale fotografico reperito presso la Fototeca dell’Ufficio Storico della Marina e frutto di una ricerca documentale e iconografica senza precedenti.

A ciò si aggiunge una ampia e minuziosa bibliografia e un’appendice cartografica che permette di capire meglio i luoghi in cui avvennero piccole e grandi battaglie. Le mappe infatti integrano e arricchiscono un lavoro editoriale di alta qualità per il pubblico degli esperti di storia navale, ma anche per i lettori che vogliono farsi un’idea di come la Regia Marina affermò il potere marittimo in Adriatico e nel Mar Mediterraneo contribuendo alla vittoria dell’Italia nella Grande Guerra.