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Una mostra fotografica racconta “il palazzo alato”

Storia e memoria si intrecciano a Palazzo Aeronautica a Roma. Basta varcare la soglia del cancello principale di viale Pretoriano per ritrovarsi davanti agli imponenti “Tre Archi”, il colonnato centrale con cui si presenta la facciata principale dell’edificio, oggi sede dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, inaugurato ufficialmente il 28 ottobre 1931. La progettazione architettonica del Palazzo venne affidata al giovanissimo ingegnere Roberto Marino. Ad esso spettò la responsabilità di dare un volto esterno ed interno all’edificio. Per lui bastò un motu proprio dell’allora ministro Italo Balbo, Maresciallo dell’Aria, aviatore e protagonista delle trasvolate oceaniche e del Mediterraneo, quadrumviro del fascismo, sottosegretario e poi ministro dell’Aeronautica dal 1929 al 1933.

I lavori erano iniziati il 2 agosto del 1929, la Regia Aeronautica era nata come Forza Armata autonoma il 28 marzo 1923 e occorreva un grande sforzo organizzativo e logistico per erigere una struttura capace di raccogliere in un’unica sede gli innumerevoli organismi disseminati in differenti ubicazioni nell’ambito dell’area metropolitana.

 

L’area compresa fra viale Pretoriano a ponente e la via dei Frentani a mezzogiorno vide sorgere un edificio di 144 metri per 86 circa che novant’anni dopo, il 2 e il 3 ottobre, in occasione dell’Open House 2021 di Roma, è stato meta di turisti, visitatori e appassionati di ogni genere. Un’occasione utile per visitare la Mostra Fotografica “Il palazzo alato”, ideata e curata dal tenente colonnello Edoardo Grassia del 5° Reparto Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Aeronautica, dedicata proprio alla storia di Palazzo AM. Le fotografie, fornite dal Centro Produzione Audiovisivi e dall’Ufficio Storico dell’Aeronautica Militare, diretto dal colonnello Gerardo Cervone, sono state parte integrante di un percorso fotografico allestito all’interno delle sale storiche. Per i visitatori, inoltre, è stato possibile apprezzare alcune delle opere più importanti del maestro Marcello Dudovich, recentemente riportate alla luce con un’accurata opera di restauro da parte della Sovrintendenza ai beni archeologici del Comune di Roma.

Una mostra fotografica sulle “origini del palazzo dell’aeronautica 1929-1933” unica nel suo genere proprio per la sequenza di immagini che raccontano un luogo storico. Basti pensare al Lapidario dei “Tre Archi” considerato il monumento ai Caduti dell’Aeronautica Militare che, in tale suggestivo contesto, ne onora la memoria in occasione degli anniversari più importanti della Forza Armata, anche con la simbolica accensione della lampada votiva posta al centro del colonnato in occasione della visita effettuata dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, il 28 marzo 2003, nella ricorrenza dell’80° anniversario della costituzione dell’Aeronautica Militare.

Un palazzo-simbolo che all’ipotesi progettuale iniziale redatta dal Genio Aeronautico vide subentrare consistenti varianti in corso d’opera poiché, sebbene in un primo tempo fosse prevista una struttura architettonica e muraria tradizionale, Balbo richiese espressamente e categoricamente la disponibilità di ampissimi spazi di lavoro privi di muri divisori ma delimitati da tramezzi in legno e vetrate, sul modello open space degli uffici americani, di cui Balbo aveva avuto modo di constatare, personalmente, l’estrema versatilità, funzionalità ed efficacia. Per tali ragioni e non potendo variare le connotazioni del progetto esterno, l’architetto Marino ricorse a una struttura in cemento armato, costituita da colonne portanti di 40 metri, articolata su otto corpi di fabbrica e poggiata su fondazioni di 21 metri di profondità, con una platea in calcestruzzo spessa un metro e mezzo e ampia 10.500 metri quadri. Lo stesso architetto fu costretto, pertanto, a riprogettare “a pezzi” la fabbrica e a calcolare letteralmente, giorno per giorno, le strutture in cemento.

A ciò si aggiunsero gli elementi decorativi, a volte non evidenti, ma altrettanto significative quali le maniglie che stilizzano un profilo alare o il ricorso al “bastone di Comando”, allora segno distintivo degli ufficiali piloti, riproposto come abbellimento, così come le ringhiere metalliche dello Scalone d’Onore, delle porte a vetri delle Sale degli Eroi e delle Nuvole, addirittura riportato nelle imponenti coperture dei caloriferi installati presso le Sale d’Onore.

Tutti dettagli e riscoperte che la Mostra “Il palazzo alato” ha riportato a una stretta attualità fatta anche di orizzonti e percorsi di senso, in vista del centenario che l’Aeronautica Militare si appresta a celebrare nel 2023.

Con la partecipazione a questo evento, l’Aeronautica Militare, oltre a rendere omaggio alla propria sede istituzionale, ha voluto contribuire all’iniziativa nazionale di Open House, che dedica un mese all’architettura nelle sue quattro sedi italiane. Un evento che permette ancora una volta alla Forza Armata di trasmettere ai cittadini la sua identità, il suo passato e la volontà di conservarlo e preservarlo. Palazzo AM è un edificio suggestivo, che mette in evidenza il progresso dell’ultimo secolo, un luogo in grado di suscitare emozioni importanti, non solo agli estimatori dell’arte e dell’architettura ma soprattutto a coloro i quali amano o vogliono semplicemente avvicinarsi al mondo e alla cultura aeronautica e spaziale.

Vincenzo Grienti